Avevo fame e mi avete dato da mangiare (Mt. 25, 35). Adesso è proibito.

Tre attivisti francesi denunciati per aver dato panini ai profughi, contravvenendo all’ordinanza del sindaco di Ventimiglia.

27 marzo 2017 (da Redattore sociale)

ROMA – Tre cittadini francesi sono stati indagati per “aver somministrato cibo ai migranti contravvenendo a un’ordinanza del sindaco di Ventimiglia” Enrico Ioculano. Così è scritto, nero su bianco, sulla denuncia ai danni di tre attivisti, rei di aver preparato dei panini e un po’di the per i profughi fermi alla frontiera tra Italia e Francia. L’episodio è avvenuto il 20 marzo scorso. Secondo le ricostruzioni i tre ragazzi sarebbero arrivati a Ventimiglia con una macchina carica di generi alimentari e avrebbero iniziati a distribuirli ai migranti presenti al confine. Dopo pochi minuti la polizia li avrebbe interrotti e condotti in caserma per identificarli, schedarli e denunciarli. Almeno uno di loro non avrebbe firmato la denuncia poiché nessuno era in grado di tradurre il documento e i contenuti dello stesso in francese. Il caso è l’ultimo di una lunga serie di episodi e ha riacceso il dibattito sui cosiddetti “reati di solidarietà”, cioè i provvedimenti che mirano a punire l’accoglienza dal basso. Spesso si tratta di ordinanze dei sindaci, proprio come quella di Ventimiglia, o di Calais, ultima frontiera nord della Francia. Altre volte si manifestano sottoforma di fogli di via emanati dai questori (come successo a Como) per intimare agli attivisti di lasciare il territorio. Di certo si stanno moltiplicando, e non solo nel nostro paese.

Ma i poliziotti non sono d’accordo

“In questi giorni dei poliziotti colleghi– dice Roberto Traverso, segretario provinciale del sindacato di polizia Siap di Genova – hanno dovuto ottemperare ad un’ordinanza che prevede il divieto di dare da mangiare ai migranti che si trovano nella città frontaliera. A prescindere dalle postume giustificazioni politiche, si tratta di una situazione a dir poco imbarazzante ed inaccettabile per la nostra categoria che, ancora una volta, viene gratuitamente esposta a causa della scelta di un sindaco che invece di cercare di stemperare gli animi sta alimentando una situazione d’intolleranza dovuta all’incapacità dell’Europa di gestire il delicatissimo fenomeno dei flussi migratori in pieno allarme terroristico. I poliziotti che, ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, hanno denunciato a piede libero coloro che danno da mangiare ai migranti hanno dovuto applicare la legge, ma l’aspetto preoccupante di questa paradossale vicenda sta nella pericolosità delle ricadute delle scelte del sindaco sull’immagine della Polizia di Stato. Nemmeno agli zoo vengono sanzionate le persone che danno da mangiare agli animali ed è inaccettabile che lavoratrici e lavoratori, che adempiono alle funzioni di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria, possano essere distolti da servizi molto delicati per attività mediatiche di di questo tipo”.

 Per Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas italiana “con questa ultima vicenda stiamo davvero toccando il fondo: si sta legittimando il reato di solidarietà, e quindi criminalizzando chiunque aiuti le persone in difficoltà. Si denuncia chi fa quello che le  istituzioni non sono in grado di fare”. Al tempo stesso – aggiunge – si sta “criminalizzando la povertà” e questo non dovrebbe far parte della cultura europea: “è paradossale che la denuncia sia avvenuta proprio mentre si rinnovavano i principi dei Trattati di Roma e della cultura su cui è fondata l’Unione europea. Purtroppo queste ordinanze dei sindaci non riguardano solo l’Italia ma anche altri territori di frontiera”..

 

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