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La scelta della misericordia
Facciamo il patto di non ucciderci Padre David Maria TuroldoLibero Sinodo
Riforma della Chiesa e temi del sinodoCostituente Terra
Perchè la storia continuiRivivere il Concilio
Le Cronache di Raniero La Vallesu L'Avvenire d'Italia
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(II sessione) - Fedeltà del Concilio 1964
(III sessione) - Il Concilio nelle nostre mani 1965
(IV sessione) - (Manca la prima sessione che si svolse ancora in regime di segreto)
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Oggi è il cimitero più grande non dell’Europa ma dell’umanità. L’ingiustizia sociale. I populismi: nascono i messia. Non siamo al più alto livello per aiutare gli altri popoli. Riprendere i valori dei padri dell’Europa. La Russia, l’Ucraina, la Cina, il Nicaragua, l’Italia. L’incontro interreligioso

Pazzia! La vera risposta non sono altre armi, sanzioni, alleanze politico-militari ma un modo diverso di governare il mondo di impostare le relazioni internazionali. Le donne dalla Costituzione all’impegno per custodire l’umano. Giustizia è il diritto ad adempiere la propria natura e la propria vocazione

Alla domanda insensata: “perché Dio la vigilia di Natale non ha salvato i bimbi affogati nel Mediterraneo?” Francesco ha risposto citando l’interminabile elenco delle ragioni di dolore e disperazione a cui siamo indifferenti e sono inflitte da noi in tutto il mondo e non solo a Natale

“Andiamo dunque all’inizio della Chiesa”. È l’invito a ripartire dalla novità e dall’unità delle origini. La Chiesa non è un nido, non si chiude in cenacoli, non è narcisista, vive del dono della diversità. Da come intendiamo Dio dipende il nostro modo di essere credenti

Nel pensiero del papa la Siria, lo Yemen, l’Iraq, il Libano, Israele, la Palestina, l’Ucraina, il Mozambico, la Libia, Lesbo e il confine tra Grecia e Turchia, il Venezuela e gli altri Paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa. Quest’ultima invitata al coraggio, a non tornare alle vecchie rivalità, ad affrontare una sfida da cui dipendono anche le sorti del mondo

Le purezze delle razze non hanno futuro. Fa paura risentire da alcuni leader del nuovo populismo discorsi che seminavano paura e poi odio nel decennio ’30 del secolo scorso. La guerra è una follia alla quale non ci possiamo rassegnare: mai potrà essere scambiata per normalità o via per regolare divergenze e interessi contrapposti. Mai

Ogni conquista per la donna è una conquista per l’umanità intera. La donna mediatrice di pace va associata ai processi decisionali. Il suo corpo è la carne più nobile del mondo. La violenza contro di essa è una profanazione di Dio. Così il papa nella messa del primo gennaio

Non si tratta di piccoli aggiustamenti curiali, ma di capire che non siamo nella cristianità, la fede non è più presupposta. Tutto deve cambiare, anche i magazzini in cui è depositata la fede. Dio è per tutti, non elegge e non scarta nessuno

Non “giustiziare” l’aggressore. Contenere l’irrazionalità punitiva. Non idealizzare la pena come educatrice sociale. La criminalità organizzata è anche quella del capitale finanziario globale. La detenzione preventiva: più della metà dei carcerati senza condanna. La cultura dello scarto e dell’odio. Eccessi di legittima difesa. Un discorso per il Congresso di diritto penale

Ricordando Priscilla e Aquila espulsi da Roma per l’antisemitismo dell’Impero, il Papa ha ribadito la condanna delle persecuzioni e brutalità contro gli Ebrei, ed ha esaltato il ruolo dei laici, uomini e donne, che trasformavano le loro case in luoghi di culto e di catechesi

Non scacciamo lo Spirito Santo dalla sala del Sinodo. Il documento preparatorio, l’Instrumentum Laboris, è un testo-martire, destinato ad essere distrutto, perché è punto di partenza per quello che lo Spirito farà in noi. Con lo slogan “civiltà o barbarie” si sono disprezzati e annientati popoli. Ora la Chiesa si avvicina a loro in punta di piedi

Ogni giorno gridano al Signore i piccoli, i poveri, gli ingannati, i torturati, i violentati, i naufraghi, le vittime della società globalizzata. Non si tratta di “questioni” astratte o di statistiche, sono persone. No a ad un’accoglienza troppo lunga per chiamarsi “temporanea”

LIn un discorso sulla nuova teologia pronunciato a Napoli papa Francesco rievoca le persecuzioni in nome della religione, perpetrate anche dalla Chiesa, e propugna un’evangelizzazione dell’accoglienza e del dialogo nel Mediterraneo, “tenda di pace”, meticciato di culture e religioni diverse. Ascoltare la storia e il vissuto dei popoli

A un fenomenale sviluppo normativo corrisponde un deterioramento nel godimento effettivo dei diritti a livello globale. Vogliono spiegarci che i diritti sociali sono ormai vecchi, passati di moda e non hanno nulla da apportare alle nostre società. Analisi economiche incapaci di mettersi “nei piedi” dell’altro. La caduta nell’anomia e l’assunzione del conflitto. Il messaggio sui poveri

Una lettera ai vescovi, ripetitiva delle accuse già lanciate nel 2017 contro il papa, ne chiede l’ammonizione e la deposizione. Ma l’enumerazione delle sue pretese eresie è in realtà un monumento apologetico alla libertà cristiana e alla grandezza e novità del suo magistero mosso dalla potenza dello Spirito

Lo stesso movente ad unirsi per i popoli europei nel dopoguerra e per la Patria Grande di Simόn Bolivar. La stretta tra una sovranità impotente a perseguire il bene comune e gruppi dominanti che vogliono asservire gli Stati. Dimmi come accogli l’immigrante e ti dirò chi sei. Il nucleare nello spazio non allontana ma avvicina l’olocausto atomico

Lame taglienti per i migranti, torture e annegamenti per i fuggiaschi. Chi costruisce muri ne resta prigioniero. In ogni religione ci sono sempre gruppi integralisti che seminano la paura..La Chiesa è cresciuta, non brucia più gli eretici. Sulla libertà di coscienza spesso non siamo meglio dei musulmani. Europa incoerente

Riaprire i confini, abbattere i muri, dissolvere l’inganno del “nemico”, formare leaders con una nuova mentalità, non perdere l’umiltà e lo stupore, instaurare i diritti, liberare i poveri, costruire una sola famiglia umana in pace nella sua casa comune: tutto ciò che è necessario in un luminoso discorso del papa a quelli della “Rondine”

Nella catechesi che sta svolgendo sull’intero decalogo, il papa ricorre a un forte linguaggio simbolico, come nelle parabole. Nella rilettura evangelica dell’ottavo comandamento anche le chiacchiere uccidono, e anzi il chiacchierone è un terrorista, perché lancia la bomba e distrugge la fama altrui. La verità non è solo essere sinceri, è amare fino alla croce

Il povero grida non solo perché non ha mezzi, ma perché scacciato, scartato, umiliato. La risposta di Dio non è di arricchirlo, ma di liberarlo. La povertà è una prigionia, la sua alternativa è la liberazione. Il messaggio per la giornata del 18 novembre 2018

Il papa chiede ai vescovi e alla Chiesa di non lasciare i giovani esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, e di “ungerli” col dono della profezia e della visione, aprendo spazi alla novità e alla gioia del Vangelo

Ci sarà un dialogo sui candidati, ma le nomine dei vescovi le farà il Papa. In Lituania: la Nato dice Occidente, ma se voi guardate all’Oriente, c’è la vostra storia, una storia dura, la vostra identità. Le armi, una delle corruzioni più grandi. Integrare i migranti con prudenza. Quel “Museo” che è un carcere: sono rimasto distrutto per la crudeltà

Quello del prete non è un mestiere ma una dedizione. Pregare per coloro che vi fanno del male: non è una cosa da museo. Non solo nella mafia, anche nelle nostre comunità e nei nostri presbiteri non ci si perdona: “Me l’hai fatta? Me la pagherai!”. La Madonna non deve fare l’inchino davanti alla casa del mafioso

Perché cambiare il catechismo, secondo le parole del papa. “Forse nella Chiesa di Cristo non vi sarà mai nessun progresso della religione? Ci sarà certamente, ed eccome”. La tradizione progredisce, cresce, tende incessantemente alla verità. La Parola di Dio non si conserva in naftalina

Nella sua lettera ai trentaquattro vescovi del Cile prima che tutti rimettessero il loro mandato il papa parla delle glorie e dei peccati della Chiesa e disegna l’immagine della Chiesa che sogna come la vera interprete del messaggio di salvezza: “Es necesario que él crezca… y que yo disminuya”

Un’alternativa umana alla globalizzazione escludente. Non aspettatevi da questo papa una ricetta. Non esiste una ricetta. Il futuro dell’umanità è nelle mani dei popoli, nelle mani che irrigano il processo di cambiamento. Contadini senza terra, famiglie senza casa, lavoratori senza diritti, persone senza lavoro

L’indifferenza assume oggi una dimensione globale. Dio non è indifferente: il sangue di Abele ha grande valore ai suoi occhi e chiede a Caino di renderne conto. A livello istituzionale l’indifferenza favorisce e talvolta giustifica azioni e politiche che sono minacce alla pace e politiche economiche foriere di ingiustizie, divisioni e violenze. Il messaggio del 2016

Di gioia in gioia, si risale al Vaticano II: “Gaudete et exsultate” è il titolo dell’ultimo documento che viene dopo “Amoris laetitia” e “Evangelii Gaudium” di Francesco, dopo la “Gaudium et Spes” del Concilio e il “Gaudet Mater Ecclesia” di papa Giovanni. Il secondo capitolo del documento: la fede oltre la ragione, la grazia oltre le opere

L’invito soprattutto rivolto ai giovani, di ogni Paese e religione, che i farisei di tutti i tempi, anche quelli di oggi, cercano di far tacere, di manipolare, e di togliere di mezzo. È il terzo grido, di chi decide di non restare zitto, di reagire al “crucifige”. Ed è il secondo favore chiesto da Francesco, dopo quello di pregare per lui

Scrive il predecessore Benedetto XVI che papa Francesco è tanto teologo e filosofo, quanto lui, Ratzinger, non è solo un teorico ma comprende la vita concreta dei cristiani oggi. Continuità nella differenza. Il cardinale Müller aveva detto di non poter accettare tutto, ma di non essere un oppositore del papa. Per Kasper è un pontificato profetico. Per Bassetti papa Bergoglio si è ispirato totalmente a Giovanni XXIII e al Concilio. Un dossier del Tg2 su “Il papa scomodo”

Il discorso con cui il papa ha chiesto che il Catechismo affermi che la pena di morte è contraria al Vangelo e disumana. C’è stato un progresso della dottrina ma anche una mutata consapevolezza del popolo cristiano. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina e contiene novità non ancora venute alla luce

Il salutare paradosso di imprenditori che uniscono economia e comunione. Un germe suscettibile di sviluppo. Il sistema dell’azzardo del capitalismo idolatrico distrugge milioni di famiglie, crea, scarta e poi nasconde i poveri. Evasione ed elusione fiscale tradiscono la legge del reciproco soccorso. La condivisione crea nuovo pane e nuovo bene

Nella Messa di commiato dal Perù e dal Cile nella base aerea “Las Palmas” di Lima papa Francesco ha invitato a sottrarsi alla “sindrome di Giona”: quella di fuggire e di negarsi alla condivisione della sofferenza umana. Imparare a guardare la realtà in maniera divina
IN AEREO: HO SBAGLIATO, CHIEDO SCUSA

Nel difficile viaggio in Cile, il papa ha detto ai vescovi che la Chiesa non è e non sarà mai un’élite di consacrati, sacerdoti e vescovi, ma sempre un popolo di Dio. Il clericalismo spegne la Chiesa. “I laici non sono i nostri servi, né i nostri impiegati. Non devono ripetere come ‘pappagalli’ quello che diciamo”. Trasformate tutto per l’evangelizzazione del Cile non per un’autoconservazione ecclesiastica

Il papa ha presentato il suo biglietto da visita al popolo cileno nel primo discorso tenuto alla Moneda: la Chiesa chiede perdono ed esprime dolore per il danno recato ai bambini da alcuni suoi ministri, e invita a resistere al potere economico che irrompe sugli ecosistemi naturali e sul bene comune dei nostri popoli

Nel discorso ai monaci buddisti del Myanmar il papa scava nel profondo alla ricerca di ciò che veramente unisce le grandi religioni, fa parlare con una sola voce il Buddha e san Francesco, e mette accanto, come nei sinottici, le parole di bontà e nonviolenza del mistico indiano e quelle di amore e perdono del poverello di Assisi . La sfida comune è di aiutare le persone ad aprirsi al trascendente

Il papa chiede un supplemento di saggezza sulla questione del “fine vita”, che si applichi alle situazioni concrete e risponda altresì al nuovo problema della crescente ineguaglianza terapeutica. Lo Stato cerchi soluzioni anche normative il più possibile condivise

Dovrebbe tirarli per mano affinché ripensino la loro ragion d’essere e il loro modo di operare. La sfida è quella di andare con coraggio oltre il modello di ordine sociale oggi prevalente trasformandolo dall’interno. Un discorso a un convegno dell’Accademia per le Scienze Sociali

In una omelia a Santa Marta il papa esprime una teologia dell’elezione; Dio ha scelto tutti noi, e in questa elezione universale si è legato a tutti, si è fatto prigioniero di tutti, non perché sono forti, ma proprio perché deboli e piccoli. Per questo i grandi non ne ascoltano la voce

La spogliazione, di se stessi prima ancora che delle cose, è un mistero di amore che non dice disprezzo per il mondo ma è scoprire la bellezza dell’altro a cominciare dai poveri

I disvalori della competizione e della meritocrazia. Speculatori invece che imprenditori. Chi pensa di risolvere il problema licenziando la gente è un commerciante che vende la sua gente, non un imprenditore. Le fabbriche luogo del popolo di Dio. Un ricatto sociale. Non reddito per tutti ma lavoro per tutti.

La Maria del Vangelo non è una “Santina” alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo o perché fermi il braccio giustiziere di Dio pronto a punire; è invece, con tutti noi, segno e sacramento della misericordia di Dio che perdona sempre, perdona tutto

Così papa Francesco ricorda l’autore della “Lettera ad una professoressa” e della Lettera a Pipetta: “Apprendere, conoscere, sapere, parlare con franchezza per difendere i propri diritti erano verbi che don Lorenzo coniugava quotidianamente a partire dalla lettura della Parola di Dio”

Il Vangelo non è chiuso. La Chiesa racconti quei “molti altri segni” che Gesù ha compiuto e che “non sono stati scritti” (Gv. 20, 30)
Nonostante qualsiasi cosa in contrario per l’aborto non scomunica ma riconciliazione
Lettera apostolica per la chiusura dell’”anno della misericordia” del 20 novembre 2016