DIRE DONNA
DIRE DONNA
La questione delle donne nella Chiesa è più che mai aperta e rinvia ai grandi temi antropologici ed ecclesiologici della vita cristiana. Una discussione suscitata da un recente intervento del papa sulla donna come figura della Chiesa
La nostra newsletter “Ratione servitutis?” con il suo dialogo con la teologa Marinella Perroni sulle parole dette da papa Francesco “sulla donna” nel corso del recente Incontro vaticano sugli abusi ai minori, ha suscitato numerosi interventi sia su Facebook che nella posta elettronica, a riprova di quanto la discussione sul tema delle donne nella Chiesa tocchi un nervo scoperto.
A indicazione della ricchezza e della varietà del dibattito, pubblichiamo qui alcuni di tali interventi.
Giancarla Codrignani. Condividendo le critiche di noi donne a Francesco, debbo dire anche a te che non capisco perché mi debbo rassegnare ad essere pensata con gli stereotipi dell’educazione maschile: perché non si rassegna ad imparare qualcosa di diverso l’altro genere, clero celibe compreso?
Lidia Maggi. Grazie per aver restituito la complessità alla riflessione.
Vittorio Campanelli. Forse c’è un’altra pista per superare una delle diseguaglianze lamentate dalle teologhe ed è l’abolizione del clericalismo. Fu uno dei primi messaggi di Francesco, fra le primissime interviste rilasciate. Il Papa compativa quei laici (uomini e donne) che emulano comportamenti clericali. Forse stava dando un’indicazione profetica di cui non si vede l’esito. Qui fra le brume del Nord c’è una riflessione storica-teologica sulla « prêtrie » sull’ordine pretesco. Una creazione del medioevo che si è congelata con la controriforma fino ad oggi. Lo sto dicendo con la semplicità di chi ha letto qualcosa ed udito qualcuno…
In genere si avverte il bisogno di maggiore Fede e di minore ordinamento religioso. Una Fede che si manifesta nelle opere di misericordia. Grazie per le riflessioni.
Andrea Volpe. Un’accorata riflessione di Alice McDermott (scrittrice statunitense, più volte finalista al premio Pulitzer):
“Nessun cristiano dovrebbe aver bisogno che gli venga ricordato l’errore morale della discriminazione. Manteniamo al centro della nostra fede la convinzione che ogni vita umana abbia lo stesso valore. Eppure la Chiesa cattolica romana, la mia chiesa, esclude più della metà dei suoi membri dalla piena partecipazione escludendo dal sacerdozio le donne, solo per ragioni di genere.
Le conseguenze morali di questo fallimento diventano abbondantemente chiare ogni volta che viene rivelato un altro caso di abuso del clero e insabbiamento. È l’inevitabile logica della discriminazione: se una vita, una persona, ha più valore di un’altra, allora “l’altro”, il minore, è superfluo. Per i leader maschili della Chiesa cattolica, la vita di donne e bambini diventa secondaria rispetto alla preoccupazione per la persona più degna, più potente, più essenziale – la persona maschile, loro stessi.
… “Per me stessa e per molti dei cattolici che conosco (specialmente le donne), la questione di quanta corruzione possiamo tollerare ora è soppesata dall’enorme perdita che sentiremmo, se lasciassimo questa chiesa. È un’istituzione che ci ha plasmate, confortate, guidate e formate, che è il centro delle nostre vite spirituali così come delle nostre vite familiari, la fonte della nostra forza morale, della nostra fede nella sostanza delle cose e della nostra speranza. Eppure le piccole commiserazioni non possono più placare la nostra indignazione”.
Mimma De Maio. Ma la donna è presente nel Vangelo ed ha anche un ruolo importante accanto a Gesù, una grande novità introdotta per quei tempi. Lo si legga con animo libero da pregiudizio e si trova che è falsa anche la giustificazione che Gesù scelse 12 uomini. Questa è un’opinione successiva, non è nel vangelo. Dice il biblista Alberto Maggi: “. Nei Vangeli gli evangelisti dicono che le donne avevano il ruolo di angeli, cioè di stare accanto a Gesù. È il medesimo ruolo che gli angeli avevano accanto a Dio, che all’epoca era posto al settimo cielo circondato da angeli al suo servizio. Le donne però non sono accanto a Gesù per servizio, sono sempre le prime ad arrivare e fanno azioni di qualità. È una grande novità introdotta da Gesù che però si scontra con la mentalità maschilista dell’epoca, anche all’interno della comunità cristiana. I personaggi femminili sono tutti positivi ad eccezione di due donne che gli evangelisti ci presentano in relazione con il potere. C’è Erodiade, adultera e assassina che detiene il potere, e c’è colei che lo desidera per i suoi figli, l’ambiziosa madre dei figli di Zebedeo. Tutte le altre donne vengono presentate come coloro che per prime hanno saputo accogliere e comprendere il Signore: dalla madre, grande non perché ha dato alla luce Gesù, ma perché ha saputo diventare discepola del figlio, a Maria di Magdala, prima testimone e annunciatrice della risurrezione del Cristo. La prima persona alla quale Gesù si manifesta come il Messia atteso è una samaritana, un essere umano che come donna, adultera e impura, era il meno credibile cui affidare l’importante rivelazione. Ugualmente l’unico fatto, che il Signore chiede espressamente che venga fatto conoscere ovunque, è l’unzione compiuta su di lui da una donna: “In verità io vi dico: dovunque sarà predicato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che essa ha fatto” (Mc 14,9). Le uniche testimoni della sua morte “erano alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme” (Mc 15,40-41). Ed ancora, contravvenendo alla tradizione e alla morale, Gesù associa al suo gruppo anche “alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità” (Lc 8,1). Infine vale dire che Gesù mostra un grande rispetto per la persona umana indipendentemente dal sesso infatti afferma: non “c’è più nè maschio né femmina” (Gal 3,28). (Alberto Maggi)
Dice Antonietta Potente: “Noi abbiamo pensato sempre alle nostre attività come a delle opere. Invece la cosa più importante sono i gesti, anche se “opere” è un termine che dà più soddisfazione, perché indica qualcosa che possiamo mostrare agli altri. Vorrei metter l’accento sui gesti perché sono precisamente i gesti che preparano, risultati o fallimenti, però preparano qualcosa. Dove si vede il genio femminile? Io credo che si vede nella capacità di iniziativa senza chiedere permesso a nessuno. Le donne della resurrezione non sono andate a chiedere il permesso ai discepoli se potevano andare o no al sepolcro a ungere il corpo di Gesù: ci sono andate. Credo che questo sia il genio femminile: l’iniziativa, la capacità di inventare”.
Dice Luigi Verdi: “L’umanità, penso, è giunta a un punto difficile, ma cruciale e la donna come ci insegna il Vangelo è sempre il punto di partenza per qualcosa di nuovo. La donna è grande non quando fugge dalla sua femminilità e tenerezza, dalla sua realtà, ma quando penetra nel cuore delle cose. Nell’avvicinarti ad una donna comprendi che il mistero è la vita reale, è il farsi carne, concretezza, gesto. L’affettività è necessaria, ma insufficiente se questo amore non diventa adulto per affrontare l’usura del quotidiano e il confronto delle differenze. Questi due sono i grandi valori della donna, la sua capacità di vivere il quotidiano e la sua capacità di confronto con le differenze, ciò che l’uomo non riesce a fare. Se la donna ritrova se stessa e non perde questi due valori fa un dono all’uomo e a tutta l’umanità”.
Dice la biologa Patrizia Pellegrino: “C’è una donna forgiata dalla chiesa misogina e c’è una favola vera che ogni donna deve conoscere per valutare la propria missione che è di una tale bellezza da potersi ritenere una favola di vita! C’è un particolare di grande importanza e che pochi conoscono: all’atto della fecondazione dell’ovulo, tutte le officine del maschio, che producono energia nel corpo di un essere umano (si chiamano mitocondri), vengono distrutte. Al nuovo nato arriveranno solo le officine produttrici di energia dalla madre. Ogni nuovo nato eredita così quelle strutture che danno vita … Da quando l’essere umano esiste, l’energia della vita viene trasmessa solo di madre in figlio o di madre in figlia… Questo è il ruolo della donna!!!! Portatrice di vita e di quanto occorre a tenere in vita…! Che l’uomo non sottovaluti mai l’immagine femminile e non la offenda, che la donna sappia tenere alto il proprio vessillo con dignità infinita!”
Peppino Orlando. Senza sacerdozio comune di ogni fedele, nè giudeo, né greco, né libero né schiavo, né maschio né femmina, la pastorale bergogogliana e’ fumo di oppio.
Gioacchino Lagreca. Sono d’accordo su tutto il discorso delle teologhe, ma la conclusione di La Valle sulle affermazioni del papa non mi convincono: si attorciglia attorno a quei luoghi comuni che vengono contestati al papa all’inizio del discorso. Il clericalismo non finirà in questa era francescana, è troppo radicato nelle pieghe della chiesa cattolica, e la donna continuerà ad essere esclusa in terra tanto l’abbiamo trasferita regina in cielo
Stefania Santini. Un punto però mi è piaciuto della conclusione: sottolinea che questo Papa cerca di cambiare (io userei letteralmente l’ immagine del CONVERTIRE) la Chiesa non per decreto ma con la “parola”. Per parola non intendo solo il parlare, ma il vero e proprio richiamo al “verbo” quella Parola che intrisa di significato profondo può scardinare l’ovvio e parlare al cuore, fecondare, cambiare e convertire il pensiero. E questa credo sia la vera forza dei due Francesco (il primo di Assisi e il Papa): la parola che in loro diventa poi anche azione, una parola che apre nuove prospettive ma non impone comportamenti se non attraverso il proprio personale esempio. Non impone comportamenti agli altri perché non è imponendo che si attrae verso un pensiero nuovo. Benché ciò deluda le aspettative di molto progressisti, quella parola che manifesta un diverso punto di vista, vale più di decreti che in fin dei conti non so nemmeno se sarebbero accettati davvero né avrebbero la possibilità di cambiare niente adesso o in futuro.
Penso poi con tenerezza a un uomo della sua età che esprime tanta apertura interiore pur essendo figlio della cultura clericale del suo tempo.
Alcuni eventuali ‘attriti’ come quello riguardante il fatto che comunque parla “della” donna in un altro modo seppure in ogni caso ancora mitizzandone la figura, manifestano secondo me proprio come agisce questa parola: smuove, crea profonda crisi, profonde spaccature, produce germogli dalla forza così candidamente dirompente da evidenziare le contraddizioni e le ingenuità che è necessario affrontare per superarle.
D’altronde io non riesco a immaginare una dinamica più convincente e realistica di un’azione dello Spirito! (A parte naturalmente veder scendere dal cielo vere e proprie lingue di fuoco e sentir voci profonde che fanno tremare il mondo intero!!!)
È un uomo come noi… con un fardello e responsabilità grandissime. Secondo me fa tanto già così. Sbaglia e quando se ne rende conto sa scusarsi, accogliere e modificare il suo punto di vista. Non in tutto riesce a farlo facilmente.
A me comunque, piace. Non lo vedo troppo condizionato o non coraggioso lo vedo in crescita, in cammino.
Rina Nardi. Posso dire una piccola cosa da profana? Magari il Papa ha idealizzato la donna ecc, però Francesco sta facendo un bel lavoro nel sociale e nei problemi interni alla chiesa. Non si può fare tutto.
Gabriela Silva. Concordo quando si dice che è importante la Parola piuttosto che una Legge che imponga ruoli ma non basta… Papa Francesco è uomo straordinario ma figlio di una cultura latinoamericana e di un tempo dove la donna ha avuto sempre ruoli marginali…
Nonostante il fermento di alcuni movimenti cattolici i giovani preti sono vecchi.
Vi racconto una sciocchezza: nel paesino dove abito qui a Como il sacerdote non ammette chirichette.. Solo io in quanto snob, ho obiettato che è ridicolo..Questo prete ha meno di 40 anni..
Non si può fare: le ragazze aiutano ai lavoretti in oratorio mentre i maschi giocano a pallone.
Ho trovato un prete della parrocchia dall’altra parte del lago:.età: 35 anni…mai sentito parlare di Maggi, Mancuso: ha qualche testo…
Prediche uguali a quelle che ascoltavo da piccola…
Adriana Renzulli. Ci sarebbe molto da dire da parte mia e da parte di quelle donne che da anni studiano i danni provocati dalla nostra santa romana Chiesa e da certo ebraismo cristianesimo che era frutto della storia del tempo. Ma oggi nel nostro tempo mi piace che Francesco parli delle donne; ma, come giustamente scrivi, che ne può sapere? È un uomo e pensa le donne come un uomo. Va bene ma questa Chiesa sposa di Cristo? È qui il problema: rappresenta il femminile ma non è perfetta come Cristo. Come si è detto essa è fallace, peccatrice, imperfetta e degna di compassione…. Ancora paternalismo…