Facciamo votare cinque milioni di residenti non “cittadini”

Non è una democrazia quella in cui cinque milioni di contribuenti e abitanti sono privati dei diritti politici

Dicono i fatti che in Italia ci sono cinque milioni di cosiddetti “stranieri” che sono integrati nella vita del Paese, pagano le tasse e fanno figli italiani, ma sono trattati come avanzi e tenuti lontani dalle urne. Il 21 marzo dal Centro per la pace di Viterbo è stata spedita questa lettera ai presidenti delle Camere.

Gentili Presidenti,
ricorrendo oggi, 21 marzo, la Giornata internazionale contro il razzismo nell’anniversario del massacro di Sharpeville, vi scriviamo ancora una volta per invitare tramite voi il Parlamento italiano a legiferare il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che in Italia risiedono; e naturalmente vi ringraziamo ancora una volta sia per quanto in passato avete già detto e fatto sia per quanto direte e farete in futuro per affermare l’eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani e per contrastare la violenza razzista e schiavista e tutti i poteri criminali.
Vi preghiamo pertanto di voler intraprendere ancora una volta tutte le iniziative che riterrete opportune affinché il Parlamento, in questo periodo impegnato ad elaborare la nuova legge elettorale, renda legge dello Stato il principio a fondamento della democrazia: “una persona, un voto”; e quindi finalmente riconosca a tutte le persone che vivono stabilmente in Italia l’elettorato attivo e passivo in tutte le elezioni, amministrative e politiche.
Nell'”Appello all’Italia civile” promosso alcuni mesi fa da numerose illustri personalità e che ha come primi firmatari padre Alessandro Zanotelli e la senatrice emerita Lidia Menapace – due delle figure più luminose della vita morale e civile del nostro Paese – e’ ricordato opportunamente ed inconfutabilmente che “vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro Paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro Paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all’Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano”.
Crediamo che sia del tutto evidente che non riconoscere il diritto di voto a milioni di nostri effettuali conterranei costituisce un vero e proprio scandalo, che deve al più presto cessare.
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Gentili Presidenti, come e’ stato recentemente scritto, per quanto concerne le elezioni amministrative è sufficiente una legge ordinaria, il cui possibile testo peraltro è già stato elaborato anni fa dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci): e’ il progetto di legge recante “Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalità”, progetto di legge da anni presentato in Parlamento che può essere immediatamente approvato con la sola minima adeguazione (all’art. 2 comma primo, ed all’art. 3 comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto; e per quanto invece concerne le elezioni politiche le competenti commissioni parlamentari valuteranno se occorra o meno una modifica costituzionale: ma non vi e’ alcun dubbio che l’intero impianto della Costituzione della Repubblica Italiana e’ coerente con il riconoscimento del primo diritto democratico a tutte le persone che in Italia realmente vivono.
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Gentili Presidenti,non vi nascondiamo infine la nostra preoccupazione – ed anche la nostra amarezza e il nostro sdegno – per alcune passate e recenti decisioni governative che ci sembrano del tutto incoerenti con il dettato costituzionale e palesemente violatrici di fondamentali diritti umani: il razzismo, la schiavitù ed i poteri criminali non si contrastano perseguitando vieppiù le vittime ma contrastando i carnefici; la barbara violenza di cui i migranti sono vittime si contrasta con l’impegno di pace e di solidarietà, con la democrazia, con la legalità che salva le vite e riconosce e rispetta e difende ed invera la dignità e i diritti di ogni essere umano.
Grazie fin d’ora per quanto vorrete e potrete fare per sollecitare il Parlamento a una presa di coscienza e ad un indifferibile impegno di giustizia, di civiltà, di umanità.
Una persona, un voto. S’inveri finalmente pienamente nel nostro paese il primo principio della democrazia.

Peppe Sini e il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo che coordina l’iniziativa “Una persona, un voto”

Viterbo, 21 marzo 2017, Giornata internazionale contro il razzismo

Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it

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