“Non sono un campione”

LA PACE IN EUROPA E I LAGER IN LIBIA

9 Febbraio 2022 / Editore / Dice Francesco / 0 Comment

Il monito del papa per l’Ucraina. Le risposte a “Che tempo che fa”. Una demitizzazione di se stesso: “io sono uno che sopporta come tutta la gente”.  La tragedia dei migranti e un appello all’Europa. Il diritto al perdono

Pubblichiamo l’appello del papa per la pace in Europa all’Angelus del 13 febbraio, una trascrizione letterale di due risposte di Francesco nella conversazione con Fabio Fazio a “Che tempo che fa” del 6 febbraio scorso, e una sintesi delle altre.

Cari fratelli e sorelle,
le notizie che giungono dall’Ucraina sono molto preoccupanti. Affido all’intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace. Preghiamo in silenzio.

Le risposte a Fabio Fazio in TV

Domanda: «Come riesce ad abbracciare tutti  e a sopportare un peso così grande?»

È una domanda un po’ forzata, perché se lei va e vede tanta gente che sopporta cose brutte, cose quotidiane, tanta gente per esempio, per essere attuali, che con la propria debolezza sopporta difficoltà familiari, difficoltà economiche, famiglie che vedono che il salario non arriva a fine mese. E poi la pandemia…Ma credo che non sarei onesto se io dicessi che sopporto tanto: no, io sono uno  che sopporta come tutta la gente sopporta. E poi non sono solo, c’è tanta gente che mi aiuta, tutta la Chiesa, i vescovi,  gli impiegati accanto a me, uomini e donne bravi che mi aiutano, perciò io, dico la verità, non sono un campione di peso che sopporta le cose, no, sopporto come la maggioranza della gente sopporta.

Sui migranti:

Con i migranti quello che si fa è criminale. Per arrivare al mare soffrono tanto. Ci sono dei filmati sui lager; uso la parola sul serio: lager. Nella Libia  sono in mano dei trafficanti: cosa soffrono nelle mani dei trafficanti coloro che vogliono fuggire! I filmati, se volete vederli, sono nella sezione migranti e rifugiati del Dicastero per lo sviluppo umano. Soffrono, poi rischiano per attraversare il Mediterraneo, e poi alcune volte sono respinti, qualcuno che ha la responsabilità locale dice: no, questi non vengono. E ci sono queste navi che girano cercando un porto: no, che tornino e muoiano sul mare. Questo succede oggi. Una cosa è vera: ogni Paese deve dire quanti migranti può accogliere, questo è un problema di politica interna che deve essere pensato bene, e dire: io fino a questo numero posso, e gli altri… Ma c’è l’Unione Europea, mettersi d’accordo: io posso tanti, tanti, tanti, e così si fa l’equilibrio, ma in comunione: adesso c’è ingiustizia, vengono, in Spagna e in Italia, i due Paesi più vicini, e non li ricevono altrove. Il migrante. Il migrante sempre va accolto, va accompagnato, va promosso e va integrato. Ripeto: dobbiamo pensare intelligentemente una politica migratoria, una politica continentale, è una responsabilità nostra. Il fatto che il Mediterraneo sia oggi il cimitero più grande d’Europa, ci deve far pensare. Non so, credo che questo sia realismo puro.

Il papa poi parla di “toccare” le sofferenze degli altri: ci manca di toccare le miserie: penso agli infermieri che hanno toccato il male e hanno scelto di rimanere con gli ammalati. Ma se tu non tocchi… Il tatto è il senso più completo, più pieno, quello che ci mette la realtà nel cuore. Se no non potremmo mai trovare una soluzione. C’è la cultura dell’indifferenza.

Sulle guerre:   Con un anno senza fare armi, si potrebbe dare da mangiare ed educazione a tutto il mondo, gratuitamente. Ma si pensa alle guerre, non alle persone. Le guerre producono quello che lei ha detto: bambini che muoiono al freddo, ma sono considerate cose secondarie. La prima cosa è la guerra, vediamo come si mobilitano le economie; la guerra è la cosa è più importante oggi: guerra ideologica, guerra di potere, guerra commerciale. La guerra è sempre distruzione. Portare avanti una famiglia, lavorare una terra, è costruire. Fare una guerra è distruggere, è una meccanica distruttiva. È un controsenso rispetto alla creazione».

Dobbiamo prenderci carico della Terra: i pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una enorme quantità  di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare è criminale, uccide la terra, dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato.

Sul rapporto con la musica e la visita a un negozio del centro: Sono un amico del negozio, sono andato a benedirlo. Sono andato di notte, c’era un giornalista che aspettava di prendere un taxi, mi ha visto e per questo è uscita la notizia. La musica che mi piace? Mi piacciono i classici e il tango.

Sull’aggressività sociale:  Penso ai suicidi giovanili e a quanto sia cresciuto quel numero. C’è un’aggressività che scoppia, pensiamo al bullismo: è aggressività nascosta, è un problema sociale, questa aggressività distruttiva va educata. Tutto inizia dal chiacchiericcio, che distrugge l’identità; invito a essere coraggiosi: chiacchierare degli altri distrugge, semmai bisogna andare a parlare direttamente. Così cominciano le divisioni.

Sul rapporto genitori-figli:  Dico sempre una parola che è “vicinanza”. Chiedo sempre ai genitori se giocano con i propri figli, a volte sento risposte dolorose. Non bisogna spaventarsi dei figli, di ciò che dicono, di qualche scivolata quando sono adolescenti: la vicinanza è fondamentale, i genitori che non sono vicini ai figli fanno loro del male, devono essere complici. La complicità genitoriale fa sì che crescano insieme, padri e figli.

Fazio chiede a Bergoglio se ci sia qualcuno che merita di non essere perdonato. La risposta è che “abbiamo diritto al perdono”.  Dio ci ha fatto liberi, siamo padroni delle nostre decisioni, anche di quelle sbagliate. L’essere perdonato è un diritto umano, tutti noi abbiamo diritto di essere perdonati se chiediamo perdono. È un diritto che nasce da Dio ed è dato in eredità agli uomini, chi chiede perdono ha diritto di essere perdonato. E se hai qualche debito con la società, pagalo ma col perdono.

Una domanda a cui mai sono riuscito a rispondere è “perché soffrono i bambini?”. Non ho risposte a questo. Non c’è risposta. Dio è forte nell’amore, l’odio la distruzione è nelle mani di un altro. Nel rapporto di Dio col Figlio potremmo vedere cosa c’è nel cuore di Dio quando accadono queste cose.

Gesù mai ha dialogato col diavolo: o lo caccia o gli risponde con la Bibbia, questo vale per tutte le tentazioni. Alla domanda perché soffrono i bambini trovo solo la risposta: soffrire con loro. In questo ha ragione Dostoevskij.

La Chiesa del futuro? È una Chiesa libera del clericalismo e non preda della mondanità sociale. Una Chiesa in pellegrinaggio; oggi il male della Chiesa più grande è la mondanità spirituale che crea il clericalismo, che è una perversione della Chiesa. L’ideologia prende il posto del Vangelo con queste posizioni rigide. La Chiesa va avanti con la forza dello Spirito Santo, senza la carne di Cristo non c’è Chiesa possibile.

La solitudine e gli amici:  Ho degli amici che mi aiutano e conoscono la mia vita. Non sono normale, ho le mie anormalità ma mi piace stare qualche volta con gli amici, raccontare le mie cose e ascoltare le loro. Ma ho bisogno degli amici: i Papi che c’erano prima erano santi, perciò potevano vivere nel Palazzo apostolico, io non sono tanto santo e per questo ho scelto di vivere a Santa Marta. gli amici mi danno forza; sono pochi, ma veri amici.

Poi Fazio gli mostra una foto di lui da piccolo:  Che voleva fare da grande? Volevo fare il macellaio, perché quando andavo dal macellaio con mia madre vedevo il macellaio che metteva tanti soldi nella tasca del grembiule che aveva addosso. Forse le mie origini genovesi! Mi piaceva molto la chimica, ho lavorato in laboratorio, poi a 19 anni è arrivata la vocazione e sono entrato in seminario. Ma la chimica è stata una cosa che mi ha sedotto tanto.

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