IL DECRETO È NULLO
Papa Giovanni “patrono dell’esercito”
Il decreto è nullo
È stata una “vendetta” curiale contro Giovanni XXIII, il santo del Concilio, e contro papa Francesco che lo aveva canonizzato. L’atto della Congregazione per il culto non avrebbe seguito le procedure necessarie. Firmano la protesta anche i vescovi
Alberto Melloni (da La Repubblica 25.09.2017)
Papa Francesco e Papa Giovanni sono stati bersaglio di un complottino meschino e ingenuo, privo di ogni fondamento storico o canonico ma che agita il mondo cattolico (è uscita sabato una petizione di Pax Christi) e sul quale il Consiglio di presidenza della Cei dovrà prendere posizione oggi: la notizia cioè che con decreto del cardinale Robert Sarah la Congregazione per il culto divino aveva fatto di Papa Roncalli il patrono dell’esercito italiano.
Roncalli — questa la motivazione della mossa — fu soldato di leva nel 1901/1902 e poi richiamato come sergente in sanità nella Grande Guerra. Ci si trovò perché, come racconta, s’era rifiutato di pagare la tangente agli ufficiali del Regio Esercito che vendevano ai preti gli esoneri. Gli andò “bene”, ritrovandosi così nelle retrovie bergamasche del fronte: a chiudere gli occhi per anni a ragazzi sfigurati, ad ascoltare il dolore dei feriti fatti a pezzi, a sentire i racconti raccapriccianti delle decimazioni e a pregare per la vittoria.
Se ha indossato la divisa, allora che sia patrono dell’esercito, deve aver pensato qualche prelato. Dimenticando o volendo dimenticare che fu proprio Roncalli, mezzo secolo dopo a profetare nella Pacem in terris che pensare alla possibilità di una guerra giusta nell’era atomica è «alienum a ratione». Quella enciclica — che in un paragrafo tolto all’ultimo ammetteva l’obiezione di coscienza (l’avesse saputo don Milani…) — restò comunque solenne e indigeribile: perché faceva delle armi atomiche un crinale epocale. Una scelta così dirimente che nemmeno il concilio osò citare quella frase; il magistero pontificio sulla guerra giusta tornò a qualche ammissione; e gli organi della curia romana in alcuni atti degli anni Novanta tornarono a legittimare il mercato delle armi.
Da questa mancata ricezione di Pacem in terris deriva la maligna leggerezza di auspicare in pubblico e in privato un San Giovanni dell’Esercito (che sarebbe come un Wojtyla patrono dei muri, o Ratzinger patrono delle aranciate o un Bergoglio patrono degli idrocarburi).
A quegli auspici bislacchi per mesi nessuno ha dato peso. I patroni, infatti, li chiedono le conferenze episcopali: devono passare nelle commissioni, nel consiglio permanente e nella assemblea generale. Cose nemmeno avviate per questa idea, che qualcuno deve aver venduto allo Stato Maggiore più ingenuo del pianeta come una genialata. Ma quella che sembrava una goffaggine, all’improvviso ha virato con un decreto della congregazione che è tecnicamente nullo e che politicamente è una vendetta.
Vendetta contro Papa Roncalli, il Papa del Concilio: la sua festa liturgica fu fissata, su una proposta veicolata in alto dal cardinale Etchegarray, all’11 ottobre. Giorno d’inizio del Vaticano II; il mattino in cui un Papa disse che la Chiesa preferiva la medicina della misericordia alle armi della severità, turba ancora chi ancora rimpiange la Chiesa matrigna che si nutre di condanne. L’idea di rubare a San Giovanni del Concilio — è questo il suo titolo più appropriato — il Vaticano II, deve aver entusiasmato un ecclesiastico come il cardinale Sarah che chiama tradizione la liturgia dei suoi vent’anni e non capisce che la Tradizione è quella multicolore rimessa in vigore dal messale di Paolo VI.
Vendetta contro Papa Bergoglio: perché la canonizzazione di Papa Giovanni, chiesta in Concilio nel 1965, è stata la chiave ermeneutica del Concilio, a lungo osteggiata e rinviata. La infilò nella toppa della storia Papa Wojtyla con la beatificazione del 2000; l’ha girata Francesco con la canonizzazione del 2014. Cosa che qualcuno evidentemente non gli perdona, perché canonizza anche un frammento dell’aggiornamento e della Pacem in terris. Purtroppo per chi l’ha ordita, però, la vendetta non può funzionare. Il decreto del cardinale Sarah è nullo: una congregazione non può deliberare in materia senza (e tanto meno contro) il parere dei vescovi. Nemmeno invocando i poteri delegatile dal pontefice, fra i quali non è incluso quello di gabbare i vescovi.
Che l’atto fosse nato morto lo ha detto la Segreteria di Stato comunicando di non saperne niente: e niente è onestamente un po’ poco. I vescovi hanno iniziato a reagire, alcune conferenze regionali ne hanno chiesto il ritiro, Pax Christi ha aperto una petizione. La questione non è “de gustibus”: un cardinale non esprime opinioni ma accende una indisciplina quando fa qualcosa in barba al Papa (informato il 10 settembre), scommettendo che non reagisca.
E davanti alla indisciplina il Papa può attendere solo delle scuse e, per una volta, trovare conforto nei vescovi italiani. A loro basterà far sapere allo Stato Maggiore che se l’11 ottobre i soldati italiani vogliono andare in piazza San Pietro saranno benvenuti; anche i generali in buona fede e chi li ha fregati. Tanto lì si ricorderà San Giovanni del Concilio e non San Giovanni dell’Esercito.
Alberto Melloni
PROTESTANO ANCHE I VESCOVI
Una protesta contro la proclamazione di Giovanni XXIII quale patrono dell’Esercito italiano è stata presentata al Capo di Stato maggiore dell’Esercito generale Danilo Errico, presente la ministra della Difesa Roberta Pinotti. Essa era corredata da molte firme, le prime delle quali sono pubblicate in calce.
Questo è il testo della lettera:
Noi, donne e uomini che crediamo nella costruzione della pace con mezzi di pace, intendiamo manifestarvi il nostro profondo disappunto di fronte alla dichiarazione di San Giovanni XXIII, papa, quale “Patrono presso Dio dell’Esercito Italiano”.
Siamo infatti convinti che la vita e le opere del Santo papa non possano essere associate alle forze armate. Come può proprio lui, il Papa della Pacem in Terris, il Papa del Concilio Vaticano II e delle genti, l’uomo del dialogo… proteggere un corpo armato che, per sua natura, imbraccia mezzi di morte e distruzione?
È stato affermato che papa Roncalli è stato scelto quale patrono dell’esercito perché, giovane prete, era stato cappellano militare durante la Prima guerra mondiale e perché, da nunzio apostolico, visitò spesso gruppi di militari e perché, da pontefice, ricordò come “indimenticabile” il suo servizio pastorale nell’esercito. Ci sembra che una tale giustificazione sia alquanto debole e rischi di tirare il “papa buono” per la talare a scopi impropri, dimenticando l’evoluzione umana e spirituale che ha fatto di questo pastore da oltre mezzo secolo l’emblema della pace e del rifiuto della guerra per credenti e non credenti. Né si può dimenticare che egli contribuì in maniera del tutto singolare a scongiurare il pericolo di un conflitto mondiale, mediando tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica per superare la “crisi dei missili a Cuba”.
In un mondo segnato da una “terza guerra mondiale a pezzi”, da un aumento vertiginoso delle spese militari, da nuovi muri che si innalzano tra popoli e frontiere, la nostra Chiesa non ha bisogno di santi che proteggano gli eserciti quanto piuttosto di valorizzare il senso e l’amore per la pace, quella disarmata, fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull’amore, come ci ricorda la Pacem in Terris, i cui insegnamenti risultano di una profetica attualità. Non si può negare come troppo spesso la parola pace sia usata per mascherare operazioni di guerra. Noi riteniamo che la pace vada costruita con strumenti di pace e non di guerra, di morte e di distruzione. Se, come scrisse proprio papa Roncalli nella Pacem in Terris, la guerra è ‘alienum a ratione’, come è possibile al tempo stesso che lo stesso Roncalli sia invocato quale protettore dell’esercito? A noi sembra fin troppo evidente la contraddizione! E se, come ci invita la Gaudium et spes, siamo obbligati “a considerare l’argomento della guerra con mentalità completamente nuova”, non possiamo che ripetere con papa Francesco che solo la nonviolenza è la strada maestra per la risoluzione dei conflitti.
Per queste ragioni, ci associamo ad una vasta parte del mondo cattolico nel chiedervi di rivedere la decisione di proclamare Papa Giovanni XXIII patrono dell’Esercito italiano. Vorremmo, piuttosto, vedere la figura e l’esempio di papa Roncalli proposti a protezione di quanti, credenti e non, si adoperano per un’umanità libera da eserciti (Caschi Bianchi, Corpi Civili di Pace, operatori umanitari …) e sono impegnati con lo strumento della nonviolenza attiva nel disinnescare e risolvere i conflitti. La proclamazione di san Giovanni XXIII patrono della nonviolenza attiva sarebbe una scelta profetica per quanti si adoperano concretamente per la pace in un mondo minacciato da guerre e dalla corsa al riarmo.
22 settembre 2017
Mons. Giovanni Ricchiuti, Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Presidente di Pax Christi Italia
Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea, già Presidente Nazionale e Internazionale di Pax Christi
Mons. Kevin Dowling, Vescovo di Rustenburg, Sudafrica, co-Presidente di Pax Christi International
Marie Dennis, Usa, co-Presidente di Pax Christi International
Mons. Antonio J. Ledesma, SJ, arcivescovo di Cagayan de Oro, Filippine, Presidente di Pax Christi Filippine
Mons. Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara Penne, già Presidente Nazionale di Pax Christi
Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo (Tp)
Mons. Calogero Marino, Vescovo di Savona
Mons. Giorgio Biguzzi, Vescovo saveriano emerito di Makeni (Sierra Leone).
Mons. Francesco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia
Mons. Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona
Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli.
Mons. Francesco Ravinale, Vescovo di Asti
Mons. Domenico Cornacchia,Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi
Mons. Roberto Filippini, Vescovo di Pescia
Rosalba Poli e Andrea Goller, responsabili del ‘Movimento dei Focolari Italia’
Cristina Simonelli, teologa Coordinamento Teologhe Italiane
p. Mario Menin, direttore di ‘Missione Oggi’
p. Efrem Tresoldi, direttore di ‘Nigrizia’
p. Alex Zanotelli, missionario comboniano, direttore di ‘Mosaico di pace’
p. Filippo Rota Martir, direttore di ‘Missionari Saveriani’
Suor Paola Moggi, direttrice di ‘Combonifem’
p. Giovanni Munari, Superiore provinciale dei Missionari Comboniani in Italia
d. Tonio Dell’Olio, Presidente ‘Pro Civitate Christiana’ e ‘Libera International’
Comunità monastica di Bose, Biella
Gianni Novello, fraternità di Romena
Prof. Alberto Melloni, storico
Prof. Nicola Colaianni, magistrato, Bari
Prof.ssa Giuliana Martirani, docente di geografia dello sviluppo
d. Giuseppe Ruggeri, Teologo, Catania
d. Salvatore Consoli, preside emerito dello Studio Teologico S. Paolo, Catania
d. Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia Politica, Facoltà Scienze Sociali, Pont. Univ. Gregoriana, Roma
d. Luigi Ciotti, fondatore del ‘Gruppo Abele’ e Presidente Nazionale di ‘Libera’
d. Virginio Colmegna, Casa della carità, Milano
d. Giovanni Nicolini. Bologna
d. Pierluigi di Piazza, responsabile ‘Centro di Accoglienza e Promozione Culturale ‘E. Balducci’, Zugliano (Ud)
d. Pino Demasi, parroco a Polistena (RC) e referente di Libera – Piana di Gioia Tauro
d. Giacomo Panizza, Presidente Comunità Progetto sud – Lamezia Terme
d. Bruno Bignami, Presidente della ‘Fondazione don Primo Mazzolari’, Bozzolo (Mn).
Sergio Paronetto, Presidente ‘Centro Studi economico-sociali per la pace’ di Pax Christi
Suor Chiara Ludovica Loconte, osc, Speriora Monastero Clarisse S. Luigi, Bisceglie (Bt)
Suor Alaide Deretti, Consigliera generale per la Missione Ad gentes/ inter gentes Istituto FMA
Suor Runita Borja, Consigliera generale per la Pastorale Giovanile Istituto FMA
Suor Bernarda Santamaría Merens, Direttrice della Casa Generalizia FMA
Madre Antonina Alfaro Minchola, Superiora General, Congr. Dominicas de la Inmaculada Concepción
Suor Marìa E. Coris, Superiora General, Congr. de Hermanas de la Caridad Dominicas de la Presentacion.
Suor Aurora Torres, Superiora general Congregación de María Reparadora.
d. Flavio Luciano, Direttore Ufficio Regionale Piemontese della Pastorale Sociale e del Lavoro, Cuneo.
Associazione “Comunità di Mambre” , Busca, (Cn)
Associazione ‘Cercasi un fine’, Cassano delle Murge (Ba)
d. Paolo Gasperini, parroco e vicario per la pastorale della Diocesi di Senigallia
Consiglio Pastorale Parrocchiale della parrocchia di S. Maria della Neve, Senigallia
d. Pasquale Aceto e comunità parrocchiale Ss. Pietro e Paolo in papanice, Crotone.
fra Giorgio M. Vigna, ofm, Animatore GPIC per la Custodia di Terra Santa.
Mons. Domenico Laddaga, delegato per la gestione dell’Ente Ecclesiastico Ospedale F. Miulli, Acquaviva delle Fonti (Ba).