IL SIGNIFICATO DELLA CROCE E L’EQUIVOCO DEL SACRIFICIO

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  • Aprile 28, 2021at9:49 AM

    Il fatto che l’uomo non avrebbe mai potuto riparare con i suoi meriti la gravità del peccato di Adamo non esclude la possibilità, da parte di Dio, di perdonare, con un atto di misericordia gratuito e unilaterale, un’umanità convertita al Vangelo dalla predicazione terrena di Cristo, secondo una logica di libero arbitrio.

    D’altra parte la parabola dei vignaiuoli omicidi (Matteo 21,33-44) mostra chiaramente come la croce fu una scelta obbligata, imposta non dall’amore di Dio verso la sofferenza ed il dolore ma dalla malvagità umana e dall’ostinato rifiuto del Vangelo di Cristo. Anche la parabola del banchetto nuziale (Matteo 22,1-14) insegna come Dio non abbia inviato suo Figlio nel mondo per immolarlo sadicamente sulla croce ma per celebrare le nozze messianiche con il popolo d’Israele, per ristabilire un’alleanza eterna con tutta l’umanità e per inaugurare un regno glorioso (Daniele 2,44; Daniele 7,27; Daniele 12,1-2).

    Fu il rifiuto ostinato dell’uomo che cambiò brutalmente il corso della storia, obbligando Gesù a seguire la via del Calvario. Egli accettò liberamente la croce (Matteo 26,53 e Giovanni 10,17-18), per attirare tutti a se (Giovanni 3,14; Giovanni 12,32; Giovanni 19,37) e per riconciliare al Padre l’umanità peccatrice (Romani 5,6-11; 2 Corinzi 5,14-21; Efesini 1,10; Efesini 2,16; Filippesi 2,8; Colossesi 1,20; Colossesi 2,14; Ebrei 12,2; 1 Pietro 2,21-24).

    L’obbedienza di Cristo al Padre si manifestò, quindi, non tanto nel piacere perverso e masochista di accettare la sofferenza e la morte fini a se stesse, ma piuttosto nel lucido proposito di abbracciare con infinito amore l’unica via ancora possibile, aperta e praticabile. A ciò va aggiunto il fatto che, con la discesa di Cristo agli inferi (1 Pietro 3,19-20), tutta l’umanità fu raggiunta direttamente nello Sheol, triste luogo di tenebre e di oblio, dove non era neppur possibile lodare Iddio (Salmo 6,6; Salmo 115,17; Isaia 38,18) e dove le catene della morte trattenevano da millenni la discendenza di Adamo.

    Cristo diventò partecipe della natura umana, per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte aveva il potere, cioè il diavolo, liberando così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita (Ebrei 2,14-15).

  • Dicembre 31, 2021at5:53 PM

    sono contento di aver trovato una riflessione di questo genere sul VERO significato del sacrificio di GESù. pER AMORE DELL’ UMANITà NONOSTANTE LA MORTE E NON PER SODDISFAZIONE DELLA GIUSTIZIA DI DIO IN QUANTO L’ESSERE UMANO MERITEVOLE DI MORTE PER I PROPRI PECCATI

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