Una lettera del mio babbo

LA POLITICA PER CHE COSA

16 Febbraio 2022 / Editore / Dicono la loro / 0 Comment

Agli albori della Repubblica un monito paterno a una figlia che entrava in politica. “Sii sempre fedele alla libertà non solo collettiva, ma anche quella individuale; essa è un bene inalienabile che va conservato a costo di qualunque sacrificio, così dicasi per la democrazia”

Giancarla Codrignani

In un momento in cui la politica è diffamata e i moventi per “entrarvi” sono spesso, anche per i giovani, non la lotta per il bene comune ma la partecipazione all’esercizio del potere, ci pare utile pubblicare questa lettera che può sembrare – ed è – di altri tempi ma è ancor oggi esemplare e può risultare molto attuale. È la lettera che a Giancarla Codrignani, nota esponente politica femminista, scrittrice e a lungo deputata della Sinistra Indipendente, ha scritto il padre, ex militante antifascista, quando nel 1967  la figlia è “entrata in politica” come indipendente della DC in un Consiglio di Quartiere di Bologna.

Cara Giancarla,

A quanto sembra la Befana di quest’anno è molto diversa da quella degli anni trascorsi, e tra l’altro si annuncia interessante.

Dunque, ormai è assodato che tu stai entrando nella vita pubblica: questa la novità della Befana di quest’anno. Tu conosci il mio pensiero, quindi non avrai da me un giudizio negativo, solo un’esortazione a ponderare bene le cose. La vita pubblica o per meglio essere sinceri, la vita politica è cosa che richiede sempre riflessione profonda, ponderazione in tutti gli atti per prendere la via giusta e quella dell’interesse pubblico; e soprattutto una grande onestà, onestà di fronte al partito, al Paese, ma soprattutto onestà della propria coscienza. Sono certo, anzi sicurissimo che questi miei concetti sono anche i tuoi; non potrebbe essere diversamente, dato l’ambiente famigliare in cui sei nata e cresciuta, sono concetti che non sono solo miei, ma soprattutto sono della tua Mamma….. Il mondo va avanti e cammina oggi troppo forte perché tutti possano seguirne la marcia; quindi è bene tenere l’occhio fisso in avanti, ma nello stesso tempo bisogna pensare anche a quelli che hanno il passo lento, per farli avanzare per raggiungere un traguardo sempre più avanzato e per accostare il più possibile gli ultimi ai primi accorciando notevolmente le distanze. Seguendo questa strada, forse non farai una grande carriera, ma avrai sempre la soddisfazione del bene compiuto e la tranquillità della tua libera coscienza. Sii sempre fedele alla libertà non solo collettiva, ma anche quella individuale: essa è un bene inalienabile che va conservata a costo di qualunque sacrificio, così dicasi per la democrazia, purché sia ordinata da leggi liberali e non caotiche. Ti dovevo una risposta alla tua cara lettera che hai scritto in occasione della “Costituente Socialista”. Non l’ho fatto perché in essa mi fai un sacco di elogi che credo di non meritare; ho creduto di fare il mio dovere e di assolverlo nel migliore dei modi, ma purtroppo per cause indipendenti dalla mia volontà il mondo non è quello che io avrei voluto, sognato negli anni duri della dittatura. Ora gli anziani debbono mettersi da parte e lasciare il passo ai giovani. Le nostre sofferenze e le nostre esperienze non sono valse a darci un mondo più giusto e migliore; speriamo che questo sarà il compito che i giovani porteranno a termine, senza scosse e senza guerre. A questo auspicio si collegano i miei auguri che io e la Mamma ti facciamo perché tutto ti sia facile nella tua futura attività e che la gioia e la soddisfazione del dovere compiuto non ti venga mai meno…. Mamma Babbo

 

Così ricorda questa lettera, nel proporla oggi agli amici, Giancarla Codrignani: “Una lettera, scritta con emozione, con le righe che si accumulano e si piegano verso il basso contrariamente al suo stile; una lettera per me cara, ma anche molto significativa di una persona che a me sembra simbolica dell’italiano libero e dignitoso che aveva atteso la libertà per più di vent’anni e che il giorno della liberazione di Bologna era uscito glorioso con il distintivo del CLN e rincasato tenendolo in tasca per aver visto gente che lo esibiva, indegnamente….”

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