MANIFESTO-APPELLO SUL DIRITTO ALLA SALUTE
Prevenire prima di curare
MANIFESTO-APPELLO SUL DIRITTO ALLA SALUTE
La medicina parli, la politica e le istituzioni ascoltino e agiscano con decisione ed urgenza. Sono evitabili l’80 per cento delle malattie curate dal Servizio Sanitario Nazionale
Pubblichiamo questo appello scaturito dal mondo medico e firmato dal prof. Francesco Capizzi, inteso a un ripensamento delle politiche sanitarie in funzione della salute non solo dei singoli ma della società come tale.
Politica e Istituzioni rischiano di restare estranee ai bisogni essenziali dei cittadini, primo fra tutti il diritto alla salute inteso come pieno benessere e non solo come assenza di malattia. La Medicina moderna, al pari delle dinamiche politico-istituzionali, ha finito con il perseguire un suo sviluppo (clinico-tecnologico) piuttosto che un complessivo progresso (sociale) nel contrastare le profonde radici delle incalzanti malattie cronico-degenerative: neoplasie, affezioni cardiocircolatorie e respiratorie, obesità, cirrosi, patologie infettive ed autoimmuni e da stress psico-fisici, ecc.. Queste risultano sostenute in larga parte da fattori culturali e significativi disagi sociali, trascurati nella trasmissione del sapere medico e nelle Istituzioni sanitarie incentrate in attività e ricerche diagnostico-terapeutiche per un sovrastante empirismo orientato verso alterazioni anatomiche, geometrie e formule matematiche.
In sostanza, il Servizio sanitario diagnostica e cura malattie evitabili ab initio (l’80% secondo l’OMS), ne trascura i fattori che le favoriscono e le sostengono, Intanto molte, troppe persone inconsapevoli continuano ad ammalarsi e a perire perché le cause patogene indovate nelle pieghe della Società, vere fabbriche della malattia, conservano e diffondono intatta la loro straripante violenza mentre il diritto alla Salute viene confuso con elevati livelli di farmaci e servizi, complessità tecnologiche e gestionali che fanno imprimere alle Strutture ospedaliere, vissute come fabbriche della salute, le ragioni oggettive della malattia con un involontario suggerimento: la salute si preserva apportando modifiche al corpo con tecnologie e terapie sofisticate al punto da esonerare le Istituzioni dalla loro primitiva missione ideale come i mezzi di locomozione esonerano dal camminare e ne superano l’esigenza.
Nella percezione comune la malattia viene così assunta ad evento ineluttabile e fatale come la forza di gravità e i movimenti tellurici… E intanto oltre un terzo della popolazione, quasi del tutto inconsapevole, viene colpita da malattie cronico-degenerative ed acute, in costante crescita, in larga parte evitabili (prevenzione primaria) oltre che prevenibili (prevenzione secondaria=diagnosi precoce), non facilmente guaribili, più spesso trattabili con terapie riequilibratrici e palliative il cui costo diverrà presto incompatibile con l’universalismo del Servizio sanitario per vari fattori, fra cui il progressivo invecchiamento della popolazione.
La peste nera della nostra epoca, impercepita e implacabile, avanza alimentata da almeno 150 cancerogeni sparsi nell’ambiente, da 30 milioni di tonnellate di amianto presenti sul nostro territorio, per gli oltre 52 miliardi di sigarette fumate da italiani ogni anno fin dall’età scolare con rischi che raggiungono il 3.000%, per assenza di informazioni serie su errati stili di vita che conducono ad abusi di farmaci, psicofarmaci, stupefacenti ed alcoolici, zuccheri, proteine e grassi animali con esposizione di 10 milioni di italiani al rischio di cirrosi e di 5 milioni di obesi candidati a gravi malattie associate a partire dall’età scolare, ecc.
Sul piano socio-economico basterà citare un solo dato, e non il maggiore: nonostante i 25 miliardi annui che l’Italia spende (OMS, 2016) per gestire le conseguenze degli eccessivi consumi di alcoolici, gli abusi rappresentano la causa principale di morte e disabilità tra i giovani, oltre ad un aumentato rischio di declino cognitivo prima dei 65 anni, e di decessi alcool-connessi di 75.000 persone. Va aggiunto che il consumo di 10 gr/die di alcoolici aumenta in modo significativo l’incidenza di tumore alla mammella in pre-post-menopausa e che dosi di 20 gr/die favoriscono le neoplasie dell’apparato digerente senza contare le combinazioni dirette con i prodotti del tabacco e con una erronea alimentazione (International Agency for Research on Cancer, 2018).
Di fronte a questa situazione catastrofica il compito di donne e uomini di tutte le Istituzioni è “seminare dubbi, non raccogliere certezze”. La Medicina parli, la Politica e le Istituzioni ascoltino e agiscano con decisione ed urgenza. Fra le priorità: informazioni dirette e inequivocabili alla cittadinanza, fin dalle scuole primarie, sulle conseguenze dei diversi stili di vita; invito formale, fatta salva l’autonomia didattica, che la trasmissione del sapere medico evidenzi le origini delle malattie, la loro evitabilità e prevenzione; sostenere seriamente la ricerca epidemiologica e di base che abbia l’obiettivo di individuare fattori scatenanti il processo patogenetico; piano articolato per l’eliminazione di amianto e cancerogeni circolanti; indagini sui possibili effetti nocivi delle onde elettromagnetiche; favorire il trasporto pubblico che sia davvero efficiente e puntuale con assenza di emissioni tossiche; privilegiare la produzione “pulita” di merci e di generi di prima necessità; combattere le ragioni della povertà economica e culturale diffusa; varare programmi nazionali di prevenzione ben motivati davanti alla cittadinanza; istituire incisivi controlli permanenti sulla sicurezza in strade e luoghi di lavoro; affrontare il disagio e le patologie, incipienti e conclamate, prevedibili nelle età avanzate con provvedimenti che favoriscano aggregazioni, mobilità, assistenze attive e mirate a contrastare la solitudine e il decadimento fisico e mentale.
Francesco Domenico Capizzi, già docente di Chirurgia nell’Università di Bologna e direttore di Chirurgia generale negli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna; Vincenzo Balzani, professore emerito di Chimica nell’Università di Bologna; Monica Bini, docente di Lettere, Bologna; Maria Teresa Cacciari, docente di Lettere, Bologna; Giancarla Codrignani, parlamentare per tre legislature, politologa, giornalista, Bologna; Luciano Corradini, nel ’95-96 sottosegretario all’Educazione alla salute e al Progetto giovani, professore emerito di Pedagogia generale nell’Università di Roma; Adriana Destro, docente di Antropologia culturale nell’Università di Bologna; Giorgio Dragoni, docente di Fisica nell’Università di Bologna, saggista; Sandra Ferretti, docente di Storia dell’arte, pittrice, Bologna; Giancarlo Gaeta, docente di Storia del cristianesimo antico nell’Università di Firenze; Raniero La Valle, giornalista, Roma; Tomaso Montanari, docente di Storia dell’Arte moderna nell’Università di Siena: Mauro Pesce, docente di Storia del cristianesimo nell’Università di Bologna; Paolo Pombeni, professore emerito di Storia dei Sistemi politici europei nella Università di Bologna, editorialista; Laura Renzoni Governatori, docente di Diritto nell’Università di Bologna; Maria Sabatino, docente di Lettere antiche e dirigente scolastica, Bologna; Renzo Tosi, docente di Letteratura greca nell’Università di Bologna; Ildo Tumscitz, medico, psicoterapeuta, Bologna; Antonio Volpe, dirigente scolastico e presidente dell’associazione dirigenti scuola del Lazio, Roma