MINORI MIGRANTI
MINORI MIGRANTI
Si sta consumando una sorta di Shoah permanente davanti alle nostre coste. Ragazzi giovanissimi torturati e venduti, non c’è distinzione tra ricchi e poveri, grandi e bambini
Luca Attanasio
Intervento del 6 aprile 2019 all’assemblea di Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri “Riunire i popoli frantumati e altre urgenze”
Sono un giornalista, mi occupo sostanzialmente di geopolitica e in particolare di quei fenomeni geopolitici che causano grosse migrazioni, soprattutto migrazioni forzate; mi sono recato negli ultimi anni a fare inchieste in luoghi da cui partono i migranti, quelli che scappano dalle situazioni più complicate del mondo e ho raccolto una serie di testimonianze per denunciare, per parlare, per comunicare, per favorire una contro-informazione, una contro-comunicazione su questo fenomeno su cui si sta consumando la madre di tutte le menzogne, ancora più grave perché si consuma sulla pelle di persone molto, molto provate dalla vita.
Ultimamente negli ultimi cinque, sei anni nelle mie interviste o nelle mie inchieste ho notato che l'età di partenza di questi migranti scendeva vertiginosamente, se io dieci anni fa incontravo ragazzi o ragazze tra i 20 e i 30 anni, negli ultimi tempi purtroppo mi imbattevo sempre più spesso in ragazzini di età molto basse addirittura a volte ad una cifra. Questo fenomeno mi ha molto inquietato e quindi ho voluto entrarci dentro, è uscito da poco il mio ultimo libro che si chiama “Il bagaglio” che ho dedicato proprio a questo fenomeno, il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, cioè quei ragazzi che girano per il mondo in cerca di un rifugio, senza il conforto di un genitore, di un parente, e neanche di un adulto, al massimo di qualche coetaneo. Ne ho incontrati centinaia, l'ultimo ieri, vengo proprio stamattina da Calais, dove come saprete fino al 2016 c'era “la giungla”, ne avrete sentito parlare the jungle, in cui circa 13 mila migranti erano ammassati in una boscaglia a ridosso del confine tra Francia e Inghilterra perché volevano tentare l'affondo verso l'Inghilterra semplicemente perché dopo aver fatto delle traversate assurde, ritenevano utile, giusto raggiungere parenti o amici in Inghilterra. Purtroppo l'Inghilterra non glielo permette e sono rimasti per anni ammassati in condizioni da medioevo poi la giungla è stata smantellata dal governo e siccome molti non vogliono rinunciare a questo tentativo si sono riformate delle piccole giungle lungo tutta la boscaglia che sta proprio al confine; ho intervistato alcuni ragazzini, vorrei solo riportarvi la testimonianza di un bambino scappato dal Darfur a 13 anni, l'ho incontrato io ieri, ha 16 anni, e la prima cosa che mi ha detto: “io sono stato comprato due volte durante il viaggio” Ecco una frase che speravamo di non sentire mai più per un qualsiasi uomo, per una qualsiasi donna, figuriamoci per un bambino; è stato comprato in Libia e rivenduto per ripagare il prezzo del viaggio. La infinita menzogna che si consuma su di loro è che stanno venendo tutti qui, che siamo invasi da loro. Invece dei 70 milioni di persone che scappano per guerre, dittature, problemi ambientali, solamente una piccolissima parte arriva in Europa, una piccolissima parte arriva in Italia; dei 70 milioni solamente il 6 per cento arriva in Europa, eppure noi abbiamo questa terribile sensazione di essere accerchiati, di essere invasi; è assolutamente falso, lo dice la statistica, non lo dico io, eppure su questo si è consumata la menzogna maggiore, ma soprattutto si è ottenuto il maggior consenso politico in tutta Europa; in Italia senza dubbio, è sotto gli occhi di tutti, ma anche in Europa ed è impressionante vedere quanto ciò ha fatto le fortune di tanti movimenti politici; mentre è assolutamente falso. Quei poveracci poi che riescono ad arrivare in Europa fanno dei viaggi assurdi, questo è il problema dei problemi, non esiste un metodo legale per arrivare in Europa, tanto che tu sia ricco, povero, grande, bambino, giovane donna. Ho intervistato per esempio il figlio del ministro degli interni della Costa d'Avorio, figlio adottivo che è stato costretto a scappare perché hanno sterminato la sua famiglia dentro il palazzo presidenziale ad Abidjan; lui ha fatto lo stesso identico percorso di tantissimi migranti che erano o che sono poverissimi. Purtroppo la trasversalità di questo fenomeno migratorio è totale e costringe milioni di persone che scappano da situazioni assurde e quella piccola fetta che cerca di venire in Europa a rivolgersi all'unico tour operator attivo, i trafficanti; e si paga da un minimo di 5-6000 dollari per un viaggio verso l'Europa fino anche a 12 -15000 dollari I ragazzi in genere, come nel caso di questo bambino del Darfur, stazionano in alcuni Paesi di transito, lavorano come schiavi, a volte vengono venduti, radunano i soldi e fanno la tappa successiva e ci mettono anche anni; nel viaggio vedono violenze di ogni tipo, subiscono violenze di ogni tipo, sono privati di luce, acqua, cibo, vengono torturati e vedono soprattutto morire attorno a sé. Purtroppo si muore molto anche nel tratto prima di arrivare al Mediterraneo. Si calcola che il Mediterraneo sia il cimitero a cielo aperto più grande della storia dell'epoca moderna, 25.000 cadaveri giacciono nei nostri fondali, arrotondati per difetto dal 2000 ad oggi; purtroppo per uno che muore in mare ce ne sono altri che muoiono nel deserto del Sahara, nelle prigioni libiche, ma anche nella tratta orientale, nella rotta orientale, quindi al confine tra Iran e Turchia, tra Iran e Iraq; e ci sono varie altre situazioni, tra il Mali e l'Algeria per esempio.
Io ho intervistato tantissimi ragazzi e ragazze, tutti mi hanno detto di aver visto morire perlomeno 2-3 persone durante il viaggio. Tutto questo per dirvi che si sta consumando una sorta di Shoah permanente davanti alle nostre coste e mi sembra che l'Europa si stia arroccando, chiudendo in se stessa e mettendo in atto misure assurde. A Calais c'è un muro altissimo costruito dall'Inghilterra; allo stesso tempo ci sono perlomeno un migliaia di chilometri di muri costruiti all'interno dell'Unione Europea (ne sappiamo ben poco ma ve lo posso garantire, li ho visti con i miei occhi) al solo scopo di fermare questo fenomeno, quando andrebbe gestito in maniera razionale; non dico umana perché mi sembra quasi esagerato dirlo, ma perlomeno razionale e più giusta con una ripartizione equa, a cominciare da quelli che vogliono andare in Inghilterra, che stanno lì da anni buttati in queste boscaglie. A Calais ieri faceva tre gradi, durante l’inverno si scende anche sotto i dieci gradi. Bisognerebbe organizzarci in maniera equa e giusta per non far sprofondare definitivamente l'Europa nel regime dei non diritti.
Vorrei però raccontare anche una storia bella. Potrei raccontarvene mille di storie belle perché loro sono anche questo; dopo tutto il dramma, dopo tutta la tragedia, dopo aver perduto il contatto con le famiglie, aver vissuto traumi da cui difficilmente si riprenderanno del tutto, sono anche fenomeni, eroi dei nostri tempi, gente piena di iniziativa, di risorse, di cultura, di passione, di attenzione per l'altro. Mi commuovo sempre quando racconto che moltissimi di questi ragazzi che ho intervistato trovandoli a volte per strada e invitandoli a prendere una cosa insieme, dopo avermi raccontato la loro storia, alla fine dell'intervista in un bar, in un bistrot, al ristorante si alzavano per pagare il conto, ragazzini che non hanno nulla ma pieni di dignità.
Vi racconto per finire la storia di Mohamed Keita che fa la prima parte del mio libro, è un ragazzino scappato dopo che a 9 anni erano morti i genitori durante il conflitto in Costa d'Avorio; a 13 anni è scappato da solo quasi totalmente analfabeta, è capace di contare fino a 100; dopo 4 anni doveva arrivare in Italia ma a Tripoli succede una cosa abbastanza drammatica, il trafficante gli chiede di spogliarsi, perché i trafficanti ti prendono tutto, tutto ciò che è commerciabile, soldi, cellulari, cinture, tutto. Il ragazzino non ha più nulla quindi il trafficante gli dice di rivestirsi prima di imbarcarsi e nota che nella tasca destra c'è un rotolo, gli chiede di tirarlo fuori sono le foto di mamma e papà che erano morti, il trafficante capisce che non hanno valore commerciale le butta nel Mediterraneo, direbbe Hannah Arendt “la banalità del male”; il ragazzino anni dopo mi dirà: faccio fatica a mettere a fuoco il volto di mio padre, di mia madre; però in quel momento misteriosamente sviluppa una grossa propensione per la fotografia; anni dopo arriva a Roma e va a dormire alla stazione, viene intercettato da Save the Children che gli regala una macchinetta usa e getta e lui fa foto ai suoi vicini di casa, cioè ai barboni; una di queste sviluppata al laboratorio di Save the Children viene notata da una fotografa ed esposta al Metropolitan Museum di New York per una settimana; quindi Mohamed Keita capisce che nella sua vita sarà fotografo. Anni dopo, cioè lo scorso anno mi chiama e mi dice: torno in Africa, sento forte l'esigenza di rendere all'Africa quello che l'Europa mi ha dato; e lì ha fondato una serie di laboratori fotografici per bambini di strada in Mali, a Bamako e in Kenya e a Nairobi: per bambini di strada per evitar loro di avere la stessa sua sorte, di dover partire. Quindi se vi ho detto tante cose negative vorrei lasciarvi con tante cose positive; se vi capiterà mai di incontrarli, sono ragazzi che hanno visto passare il treno della vita per la seconda volta e non se lo lasceranno sfuggire, sarebbe drammatico se lo facessimo noi.
Luca Attanasio