NAUFRAGI E RESPINGIMENTI
Continua la lotta contro la mafia libica che si avvale anche dei finanziamenti italiani. Nel 2022 sono state respinte e deportate in Libia 23.596 persone
Pubblichiamo la lettera con cui don Mattia Ferrari ci informa degli sviluppi della situazione nel Mediterraneo e dell’opera di soccorso della nave “Mediterranea”
Carissimi,
torniamo ad inviarvi aggiornamenti, dopo alcune settimane in cui non siamo riusciti a causa dei molti impegni.
I naufragi e i respingimenti sono continuati incessanti anche in questa ultima parte dell’anno.
La settimana scorsa un naufragio al largo di Lampedusa ha visto restare uccisa una bambina di due anni.
I respingimenti in Libia hanno continuato a ritmi considerevoli (la settimana dall’11 al 18 dicembre sono stati almeno 1.042) e i dati di quest’anno aggiornati al 18 dicembre dicono che nel 2022 sono state respinte e deportate in Libia (su finanziamento e allestimento dell’Italia e dell’Europa) 23.596 persone, di cui 765 bambini. Per quanto riguarda i naufragi, Mediterraneo centrale ci sono state 520 vittime accertate e almeno 844 dispersi, per un totale di almeno 1.364.
Insomma, il nostro mare continua ad essere segnato da questa strage fatta di naufragi e respingimenti.
Proprio ieri l’altro, Vigilia di Natale, tramite i nostri amici in Libia è arrivato un video tremendo: una giovane donna etiope viene torturata dalla mafia libica davanti al suo bambino di 2 anni. Mentre noi festeggiamo tranquilli il Natale nelle nostre case, gli ultimi del mondo vengono torturati dalla mafia libica, che i nostri Stati finanziano. Il bambino che guarda la mamma umiliata e torturata è qualcosa che va oltre il disumano. Potete vedere il video qui (sottolineiamo che il video è autentico):
https://twitter.com/refugeesinlibya/status/1606384482671394817?s=46&t=PZWjFmuSX_u31wOw6P79YQ
La nostra lotta contro la mafia libica continua, anche se sperimentiamo come siamo dei Davide contro Golia. La richiesta della Procura di Modena di archiviare l’indagine per le minacce del “portavoce della mafia libica legato ai servizi segreti (deviati?) di diversi Paesi” contro don Mattia Ferrari senza aver concretamente indagato e invitando nei fatti i preti ad esercitare il ministero in modo “riservato e silenzioso”, per usare le parole del PM, è l’ennesima prova di quanto sia difficile scoprire la verità sulla mafia libica e sulle sue collaborazioni dentro gli apparati militari e statali europei ed italiani. Ringraziamo molto l’Arcivescovo Erio Castellucci, il cardinale Matteo Zuppi, il quotidiano Avvenire e il direttore Marco Tarquinio per come hanno sostenuto don Mattia anche in questo frangente e perché in questa vicenda hanno dato l’ennesima dimostrazione della bellezza della Chiesa che si fa accanto agli ultimi e a coloro che lottano accanto ad essi.
Concludiamo con un pensiero sul Natale. C’è un dettaglio molto significativo nel Natale. Quando Gesù nasce (fuori, perché non c’è posto nell’albergo), gli angeli portano l’annuncio non a tutti, ma ai pastori, che nella società dell’epoca erano emarginati, considerati impuri, “illegali”. Il Vangelo dice chiaramente che l’annuncio degli angeli è stato rivolto solo ai pastori e che sono stati loro a portarlo agli abitanti di Betlemme. Gli abitanti del paese ricevono l’annuncio della salvezza solo se hanno il coraggio e l’umiltà di abbassarsi ed ascoltare i pastori, cioè gli scartati, i disprezzati della società. Anche a noi dunque l’annuncio della salvezza non arriva direttamente dagli angeli, ma dai novelli pastori, cioè dagli ultimi, dagli scartati, dai prediletti del Signore. Il Natale mostra che Dio ci viene incontro attraverso gli ultimi, gli emarginati. È l’esperienza che Mediterranea fa continuamente: la salvezza di Dio ci viene incontro attraverso la fraternità con gli scartati. Che tutti possano sperimentarlo è il nostro augurio di Natale.