Newsletter n. 2 del 17.03.2017

17 Marzo 2017 / Editore / newsletter / 0 Comment

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Newsletter n° 2 del 17.03.2017

Gentili amici,
il risultato delle elezioni olandesi che, contro molti pessimismi, si sono risolte in una sconfitta delle culture e delle pulsioni nazionaliste e xenofobe, è una buona notizia sullo stato del mondo. Non diversamente da altri eventi elettorali che l’hanno preceduto, il voto olandese ha mostrato infatti che nelle loro intenzionalità profonde, anche se in modi spesso inconsapevoli o oscuri, gli elettorati e i popoli di cui sono espressione si muovono nella loro maggioranza per fini positivi, per salvaguardare le conquiste già raggiunte e non arrestare il progresso storico che cattive leadership invece compromettono. Questa è la tesi sostenuta nel nostro sito in un articolo di Raniero La Valle dal titolo “Il popolo c’è. Avanti i leaders”. Secondo questa tesi lo stesso referendum inglese per l’uscita dall’Unione Europea, che appare assai negativo per i suoi risultati, può essere letto nelle sue motivazioni come l’unico modo con cui gli elettori inglesi, nel loro rapporto con l’Unione Europea, hanno inteso reagire alla mancanza di quel cardine della democrazia moderna che consiste nella dialettica e nell’equilibrio tra poteri e contropoteri. Si tratta delle garanzie e dei limiti del potere che sono essenziali per l’ordinamento democratico. Ma, sostiene l’articolo, «la globalizzazione capitalistica, così come è stata attuata nell’Unione Europea da Maastricht in poi, non ha affatto tenuto conto di questa concezione moderna e avanzata del potere, non ha previsto e non prevede la divisione dei poteri, lasciando che gli unici potenziali contropoteri siano quelli degli Stati ancora sovrani … Le ideologie sovraniste prese in mano dalle destre europee sono la spia di questo nodo storico che è venuto al pettine, non sono la proposta di una riscossa politica, sono la denuncia di un’assenza. …
«Il problema – sostiene l’articolo – è che se gli elettorati, cioè i popoli, sono spinti da motivazioni che anche se istintive od oscure sono in gran parte buone o riconducibili al bene, tese a non perdere le conquiste già fatte e a tenere aperto il cammino della civiltà, le proposte elettorali tra cui essi sono costretti a scegliere sono spesso del tutto inadeguate a interpretare e poi realizzare queste intenzionalità positive, per la mancanza di leadership consapevoli e una generale decadenza o decomposizione delle attuali culture politiche. Di qui scelte temerarie e infauste di molti elettorati o il rifugio micidiale nel non voto. …
«Però in questo incontro che si realizza nelle urne tra una positività da parte del popolo e una negatività o insufficienza  da parte delle leadership, l’elemento strutturale e duraturo è il primo, mentre le leadership sono contingenti, mutevoli e suscettibili di manifestarsi anche in modi imprevedibili e diversi. In una parola se oggi è difficile affidarsi alle leadership, si può tuttavia aver fiducia nei popoli.
«Ciò dipende dal fatto che i popoli hanno un carisma che spesso i loro dirigenti, “i capi delle nazioni” e “i grandi” che le dominano ed esercitano su di esse il potere, come dice Gesù (Mc. 10, 42), non hanno. Secondo papa Francesco i popoli sono un “luogo teologico”».
Ciò significa «che i popoli ci sono, che ancora sono ricchi di potenzialità positive, e se ben rappresentati possono prendere in mano e perseguire i tre grandi obiettivi che sono come le colonne d’Ercole attraverso cui bisogna passare per far ripartire il progresso della civiltà: una vera universalità dei diritti, con il diritto di migrazione e di stabilimento di tutti gli esseri umani in qualsiasi Paese della terra; il definitivo congedo delle religioni dal Dio violento e dei popoli dalle guerre e dalle violenze perpetrare in suo nome; la revoca della sovranità attribuita al denaro (al “capitale”) e la sua restituzione al popolo, unico sovrano, quale che sia il regime economico e sociale da questi prescelto  …
«Nell’attuale situazione, e per come essa è raccontata dai media, un futuro di questo tipo sembra una favola. Ma sembrava una favola anche l’abolizione della schiavitù, o l’eguaglianza tra uomini e donne, o la teoria della relatività generale, o quella dei quanti, e invece quelle cose si dimostrarono poi le uniche vere.
«Così un’umanità unita, con ordinamenti comuni, nonviolenta e in se stessa sovrana può rivelarsi come l’unica vera.
«Per passare a questa politica il popolo c’è, i popoli ci sono, dunque che si formino e vengano avanti i leaders».

Nel sito è ripreso anche l’appello di papa Francesco per la salvaguardia dei posti di lavoro di Sky, ed è riportata una lettera pastorale del vescovo di Modena – Nonantola, che è un bell’esempio di come un vescovo parla della Costituzione repubblicana.

Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it

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