Newsletter n. 21 del 12.06.2017
Newsletter n. 21 del 12 giugno 2017
Cari amici,
ci sono da registrare molti segni dell’epoca nuova di cui vorremmo intravedere il preannuncio nell’assemblea di Chiesa di tutti Chiesa dei poveri che si terrà il 2 dicembre a Roma.
Siamo in una situazione in pieno movimento. Lo si è visto nelle ultime elezioni politiche in Gran Bretagna e in Francia e nelle amministrative italiane, che rivelano un’estrema mobilità degli elettorati, pronti a proposte nuove; ma lo si vede anche nell’impetuoso crescere delle migrazioni in Italia e in Europa, per le quali abbiamo escogitato modalità di trasporto costosissime e letali, che impegnano trafficanti avidi, marine militari, navi delle ONG, capitanerie di porto, ministri impotenti e volontari generosi, mentre sarebbe così ragionevole ed economico aprire porti, strade e aeroporti e far arrivare profughi e viaggiatori con un biglietto di linea.
E mentre tutto si muove, dobbiamo cogliere il presentimento dell’epoca nuova in molte parole e gesti di papa Francesco, a cominciare dall’udienza del 7 giugno nella quale egli ha riproposto quello che è il punto di partenza di tutto, cioè la rivoluzione consistente nel mutamento della conoscenza di Dio, per il quale possiamo “osare” riconoscere e scegliere Dio come Padre; rivoluzione rispetto a tutte le modalità magiche e sacrificali del rapporto con Dio, ivi comprese quelle residue nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’Islam. C’è poi nel discorso del papa al Quirinale del 10 giugno la reiterazione, in pochi giorni, del tributo alla Costituzione Italiana, che indica quale sia e voglia essere il nuovo rapporto della Chiesa con gli Stati e i popoli: non con i loro poteri e i loro Cesari, ma con le loro Costituzioni e il loro diritto positivo in quanto ne esprimono e ne statuiscono i valori fondamentali.
C’è poi un atto di governo fortissimo del papa verso una diocesi della Nigeria in cui con severità inusitata si afferma un principio vitale non solo per la Chiesa ma per l’umanità dell’epoca nuova: il “poliedro” delle tradizioni e delle culture in nessun modo può significare il cedimento al tribalismo, all’incompatibilità reciproca e alla lotta tra mondi tribali e incomunicanti, perché la nuova legge della salvezza è che non ci siano più nativi e stranieri, liberi e schiavi, donne e uomini ma tutti siano una cosa sola nell’unica umanità.
Nel sito sono pubblicate anche le pagine finali di una rievocazione del Concilio di Marco Vergottini pubblicata sulla Rivista del Clero, in cui viene ripreso il tema del sogno avanzato giorni fa da Rosanna Virgili a proposito della nomina del nuovo presidente della CEI (“l sogni dei vecchi sono sempre dono”). Qui invece i “sogni” rievocati sono quelli del cardinale Martini, che ieri sembravano irrealizzabili e oggi invece appaiono possibili
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Un articolo del teologo Josè Maria Castillo sottolinea infine il primato della teologia della sequela sulla teologia dei dogmi presente nella stessa predicazione di papa Francesco, mentre nell’editoriale di Raniero La Valle si spiega perché è giusto e legittimo dire che il terrorismo “non è l’Islam”.
Con i più cordiali saluti
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