Newsletter n. 22 del 15.06.2017
Newsletter n° 22 del 15 giugno 2017
Cari amici,
mentre viene annunciato che a Roma il 18 giugno verrà presentata una nuova iniziativa politica di base (“Un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”) che ha per promotori Tomaso Montanari, presidente di Libertà e Giustizia, e Anna Falcone che fu tra i leaders della campagna referendaria per la difesa della Costituzione sia come esponente dei Comitati per la Costituzione che come prima firmataria dell’appello dei Cattolici del NO, martedì 14 giugno alla Federazione Nazionale della Stampa c’è stata una sorta di “ricezione” da parte del giornalismo italiano del discorso rivolto dal papa il 9 febbraio scorso agli scrittori della Civiltà Cattolica.
In quella occasione papa Francesco con un intervento del tutto innovativo rispetto alla cultura cattolica degli ultimi secoli, diede ai “lavoratori” gesuiti della rivista tre parole che dovevano identificarne la missione: inquietudine (non essere mai paghi della situazione com’è), incompletezza (sapere che ci sono più cose in cielo e in terra che nella loro comprensione della realtà) e immaginazione (riuscire a pensare l’impensabile, sapere che un altro mondo è possibile a partire dalla tradizione degli oppressi).
Nel dibattito alla Federazione della Stampa (su cui torneremo in questo sito) si è detto che anche l’informazione in Italia sarebbe del tutto rinnovata, costruttiva e creativa, se si ispirasse a queste tre parole, che del resto appaiono valide per tutti, in ogni ambito della società e della vita, e potrebbero aprire la via per il passaggio all’epoca nuova.
In particolare da questa triplice conversione a un modo di essere opposto a quello oggi praticato, sarebbe trasformato il mondo politico. I politici sarebbero inquieti, fino a non poter dormire la notte, per la povertà, la disoccupazione e le guerre; sarebbero coscienti della loro incompletezza e perciò non più arroganti, narcisisti, incuranti del popolo e insofferenti della sua rappresentanza, e avrebbero abbastanza immaginazione da pensare e adottare politiche capaci di dare risposta al problema catastrofico e decisivo di oggi, che è quello delle migrazioni, dei naufragi di massa, e perciò dell’inevitabile estensione a tutti i cittadini del mondo (ossia agli “abitanti del pianeta”) del diritto all’eguaglianza e alla libera circolazione tra gli Stati.
Oggi nel sito, nella sezione “dice Francesco”, è inserito un link per andare alla lettura del messaggio del papa per la “I Giornata mondiale dei poveri”, pubblicato il 13 giugno, festa di Sant’Antonio di Padova (ovvero Sant’Antonio da Lisbona), dottore della Chiesa e “amico dei poveri”. Nel contempo il sito pubblica un documento poco conosciuto di papa Francesco sulla condizione attuale della povertà e sul rapporto cristiano con essa, documento assai profondo, che è la lettera al vescovo di Assisi per l’inaugurazione del “Santuario della Spogliazione” nella Cattedrale di quella città francescana.
Nella sezione “dice la storia” è pubblicato infine un discorso di Raniero La Valle alla Facoltà teologica di Cagliari, nel quadro di un’iniziativa della sede locale del MEIC, per una riflessione sul vecchio ma sempre citato saggio di Benedetto Croce “Perchè non possiamo non dirci cristiani”.
In quella occasione papa Francesco con un intervento del tutto innovativo rispetto alla cultura cattolica degli ultimi secoli, diede ai “lavoratori” gesuiti della rivista tre parole che dovevano identificarne la missione: inquietudine (non essere mai paghi della situazione com’è), incompletezza (sapere che ci sono più cose in cielo e in terra che nella loro comprensione della realtà) e immaginazione (riuscire a pensare l’impensabile, sapere che un altro mondo è possibile a partire dalla tradizione degli oppressi).
Nel dibattito alla Federazione della Stampa (su cui torneremo in questo sito) si è detto che anche l’informazione in Italia sarebbe del tutto rinnovata, costruttiva e creativa, se si ispirasse a queste tre parole, che del resto appaiono valide per tutti, in ogni ambito della società e della vita, e potrebbero aprire la via per il passaggio all’epoca nuova.
In particolare da questa triplice conversione a un modo di essere opposto a quello oggi praticato, sarebbe trasformato il mondo politico. I politici sarebbero inquieti, fino a non poter dormire la notte, per la povertà, la disoccupazione e le guerre; sarebbero coscienti della loro incompletezza e perciò non più arroganti, narcisisti, incuranti del popolo e insofferenti della sua rappresentanza, e avrebbero abbastanza immaginazione da pensare e adottare politiche capaci di dare risposta al problema catastrofico e decisivo di oggi, che è quello delle migrazioni, dei naufragi di massa, e perciò dell’inevitabile estensione a tutti i cittadini del mondo (ossia agli “abitanti del pianeta”) del diritto all’eguaglianza e alla libera circolazione tra gli Stati.
Oggi nel sito, nella sezione “dice Francesco”, è inserito un link per andare alla lettura del messaggio del papa per la “I Giornata mondiale dei poveri”, pubblicato il 13 giugno, festa di Sant’Antonio di Padova (ovvero Sant’Antonio da Lisbona), dottore della Chiesa e “amico dei poveri”. Nel contempo il sito pubblica un documento poco conosciuto di papa Francesco sulla condizione attuale della povertà e sul rapporto cristiano con essa, documento assai profondo, che è la lettera al vescovo di Assisi per l’inaugurazione del “Santuario della Spogliazione” nella Cattedrale di quella città francescana.
Nella sezione “dice la storia” è pubblicato infine un discorso di Raniero La Valle alla Facoltà teologica di Cagliari, nel quadro di un’iniziativa della sede locale del MEIC, per una riflessione sul vecchio ma sempre citato saggio di Benedetto Croce “Perchè non possiamo non dirci cristiani”.
Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it