Newsletter n. 41 del 17 ottobre 2017
Cari amici,
il tema dei nuovi genocidi, a cominciare da quello perpetrato nei confronti del popolo dei migranti e dei profughi, esce all’aperto nel dibattito pubblico (benché nascosto dai giornali) grazie a una straordinaria iniziativa del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha avuto il coraggio di chiamare genocidio il genocidio e ne ha fatto oggetto di una denuncia penale contro l’Europa e gli Stati europei alla procura della Repubblica di Palermo. Non ci interessa tanto la plausibilità di un’iniziativa giudiziaria, quanto che si prenda coscienza, a livello della più vasta opinione pubblica, che gran parte delle politiche oggi in atto sono genocide, e che quindi esse debbano essere fermate dagli unici soggetti che lo possono fare, cioè i popoli.
Perciò pubblichiamo nel sito chiesadituttichiesadeipoveri la dichiarazione di Leoluca Orlando (che era stata preceduta due anni fa da una Carta dei diritti dei migranti della città di Palermo), sperando che altri sindaci ne seguano l’esempio.
Molte cose ci sono da dire anche riguardo a papa Francesco: anzitutto un suo discorso del 5 ottobre all’assemblea della pontificia Accademia della vita, ha affrontato in termini nuovi la questione delle donne, col tema della loro identità e differenza, suscitando un caloroso consenso tra le donne impegnate nel femminismo, testimoniato nel sito da uno scritto di Luisa Muraro, secondo la quale “meglio di così non si poteva dire”.
C’è poi una lettera del papa ai vescovi dell’India; Francesco, accusato di predicare molto ma di non fare avanzare la riforma della Chiesa, ha posto mano coraggiosamente alla questione della concorrenza tra i riti cattolici in India, ispirandosi al rispetto della tradizione più antica, quella siro-malabarica, e istituendo due nuove eparchie ma con un forte senso di pluralismo e di comunione, che in sostanza gli fa dire, contro l’assillo tradizionale dell’unità di giurisdizione, che tre vescovi, anche sullo stesso territorio, sono meglio di uno, se ciò serve alla pace e all’edificazione dei fedeli.
Infine c’è una perla incastonata nell’omelia tenuta il 15 ottobre nella messa delle canonizzazioni in piazza San Pietro, quando ha detto che “se si smarrisce l’amore, la vita cristiana diventa sterile, diventa un corpo senz’anima, una morale impossibile, un insieme di principi e leggi da far quadrare senza un perché”.
Intanto la politica italiana va per la sua strada: la nuova finanziaria dimostra che quella “governabilità” tanto cercata nelle urne per aggiudicarsi il potere, non esiste più del tutto quando si tratta di governare realmente i problemi del Paese; lo scettro dato alle astratte leggi economiche innesta degli automatismi che tolgono qualsiasi agibilità alla politica e alle decisioni di governo; è per un puro automatismo, indisponibile agli umani, che 15 miliardi di una povera manovra di 20 miliardi debbano andare via solo per evitare l’aumento automatico dell’IVA, e che alla cosiddetta lotta alla povertà possano andare solo 600 milioni, il che, a voler fare le statistiche alla Trilussa, significa che in un anno ci sono 126 euro per ognuno dei 4.750.000 “poveri assoluti” che vivono in Italia.
Arrivano prenotazioni per l’assemblea del 2 dicembre, in cui parleremo di tutte queste cose, ciò che fa bene sperare.
Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it |