Newsletter n. 57 del 29.12.2017
Cari Amici,
nell’omelia della notte di Natale papa Francesco, parlando per tutta la Chiesa, ha accolto il bambino Gesù che è venuto “a dare a tutti noi il documento di cittadinanza”. Lo si può sentire con il link che rimanda alla puntata del “Diario di papa Francesco” di TV2000 del 26 dicembre, in cui si parla anche del nostro “appello a resistere per un mondo non genocida patria di tutti patria dei poveri” (il katécon), che ripubblichiamo con le prime 500 firme.
Il 28 dicembre, il giorno dei quaranta morti per terrorismo a Kabul, si è estinta da noi la XVII legislatura. Volendo dare l’idea di “una forza tranquilla di governo”, il presidente Gentiloni ha chiesto e ottenuto un lenitivo leggero anticipo della scadenza naturale delle Camere, rinunziando tranquillamente alla legge per il documento di cittadinanza detto “ius soli” e decidendo tranquillamente di mandare l’esercito in Africa per un’operazione di “difesa avanzata” volta a fermare i migranti nel deserto.
Intanto, non potendo fare altro, la Costituzione ha festeggiato i suoi 70 anni con un convegno in Senato promosso dal Coordinamento per la democrazia costituzionale (che fu tra gli artefici della vittoria nel referendum del 4 dicembre 2016) e apertosi con un indirizzo del presidente Pietro Grasso. Di tale solenne celebrazione pubblichiamo nel sito l’intervento di Raniero La Valle, “I miei 70 anni con la Costituzione”.
In questi settant’anni si possono distinguere tre stagioni costituenti: la prima fu quella eroica delle origini, a partire dal fallimento del vecchio ordine politico mondiale e delle sue dottrine; essa va dalla Resistenza, alla Repubblica, alle prime attuazioni costituzionali che portarono l’Italia ai gradi più alti della civiltà del diritto e dell’economia industriale.
La seconda stagione costituente si ebbe col tentativo di rilancio dei valori fondativi della Repubblica attraverso la ripresa del rapporto tra le forze popolari che li avevano messi a fondamento del patto costituzionale; fu una stagione tragica, perché soffocata nel sangue col sequestro e l’uccisione di Moro, evento da cui è cominciata la lunga decadenza italiana che dura tutt’ora.
La terza stagione costituente è quella che, tenendo ben ferma la Carta del ’47, deve ora aprirsi a livello internazionale a partire dal fallimento dell’attuale ordine economico mondiale e delle sue dottrine (“un modello di sviluppo ormai superato” l’ha definito il papa urbi et orbi), così come la prima stagione costituente fu una risposta alla catastrofe dell’ordine politico quale era stato costruito fin lì. Nel Novecento si dovette consumare fino in fondo la tragedia della II guerra mondiale. Oggi, fatta esperta da quella prova, l’umanità che già è percossa dalla “guerra mondiale a pezzi”, può evitare che questa si consumi fino al rischio finale, e fermare gli automatismi della catastrofe prima che si compia, dando origine a un nuovo ordine economico e politico internazionale. Impresa di lunga lena, cui sono chiamate le giovani generazioni.
Degli interventi natalizi del papa, a partire dal severo discorso alla Curia del 21 dicembre, scegliamo di mettere nel sito il discorso ai dipendenti del Vaticano, perché vi dice una cosa importantissima: io sono un “padrone” per voi (naturalmente non usa questa parola) ma non potrei predicare la mia dottrina se non vi fossi coerente, e quindi niente lavoro in nero in Vaticano!
Auguriamo a tutti i destinatari della newsletter e a quanti seguono Chiesa di tutti Chiesa dei poveri un anno felice, e oltre.
Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it