Newsletter n. 60 del 12 gennaio 2018
Cari Amici,
nella campagna elettorale appena iniziata si pone un problema di verità, come si pose in occasione del recente referendum costituzionale. Si è dato per scontato, da giornalisti degli studi televisivi, col supporto del filosofo di studio, che “tutti” dicono bugie, perché la campagna elettorale sarebbe il luogo delle favole, non della realtà effettiva. Ma se “tutti” dicono bugie, non c’è ragione di sceglierne alcuno: dunque gettare il fango della menzogna su tutti i politici e su tutto il momento elettorale della politica, significa militare per l’antipolitica, stornare dal voto gli elettori di cui pure si lamenta l’astensione, incoraggiare i populismi e quindi in sostanza, ancora una volta licenziata la politica, conservare l’attuale dominio dei poteri qual è.
Non a caso la previsione-speranza che emerge da gran parte dei talk show televisivi è che, non potendosi dopo le elezioni mettere insieme una fiducia a un governo, resti a governare a tempo indeterminato (un precario in meno!) un governo senza fiducia, cioè in pratica quello che c’è.
Di questo deficit di verità, imputato ai politici, peraltro i giornalisti non sono esenti, anzi proprio per il loro ruolo molti di loro, nell’accanimento con cui cercano di promuovere uno e distruggere altri, sono gli officianti ministri della menzogna.
Per esempio è una bugia dire che tutti promettono di abbassare le tasse; non tutti lo fanno, e in ogni caso bisognerebbe spiegare che si parla di due cose diverse: una cosa è abbassare le imposte per tutti, e un’altra è abolire una tassa. Nel primo caso si tratta di togliere risorse alla fiscalità generale fino a promettere un’aliquota del 15 % per tutti, cosa impedita dalla sacrosanta progressività del sistema tributario, non a caso prevista dalla Costituzione all’art. 53 non nel titolo dei “rapporti economici” ma in quello dei “rapporti politici”, perché ne va della democrazia e della Repubblica; nel secondo caso si tratta di agire su una tassa di scopo, con cui si pagano dei servizi, che per altissimi motivi lo Stato può prendersi a carico, come fa per la sanità garantita a tutti i cittadini; sarebbe questo il caso dell’abolizione delle tasse universitarie per assicurare a tutti, ricchi o poveri che siano, il diritto allo studio fino ai gradi più alti.
Ma un problema di verità si pone anche quando l’ISTAT dà i numeri dell’aumento dell’occupazione, intendendo per occupazione anche un lavoro di un’ora alla settimana, e in realtà si sono perdute un miliardo e duecento milioni di ore lavorative; come c’è un problema di verità quando ci si gloria della riduzione dei flussi migratori, mentre in questo inizio di gennaio vi sono già quasi 200 migranti morti o dispersi nel Mediterraneo centrale, quando nell’intero mese di gennaio dell’anno scorso i morti furono 254.
Un problema di verità si pone peraltro anche nella Chiesa. Qual è il vero significato delle incalzanti critiche a papa Francesco? Lo spiega il filosofo Massimo Borghesi in un’intervista a Andrea Tornielli che pubblichiamo nel sito. Il problema non sono i divorziati che finalmente possono fare la comunione; il problema è che gli oppositori del papa vogliono tornare alla Chiesa preconcilliare, alla Chiesa nemica della modernità, alla Chiesa di cristianità, alla Chiesa di lotta e di potere. Per questo sono così contraddittori: sono papisti, e screditano il papa; sono protestanti e negano la libertà della coscienza; sono tradizionalisti e combattono la Grande Tradizione; sono antimodernisti ma vorrebbero ripristinare il modernariato della Chiesa inchiodata al Vaticano I.
Della Grande Tradizione parte saliente è la tradizione biblica; un esempio di come recepirla ricomprendendone la lezione è un lontano discorso sull’antropologia biblica del non ancora cardinale Gianfranco Ravasi, che per il suo interesse pubblichiamo oggi nel sito. E’ una risposta al salmista che si chiedeva chi sono l’uomo e la donna perché Dio si curi di loro.
Aggiungiamo una notizia sui costi del viaggio del papa in Cile e in Perù.
A titolo di speranza riproponiamo infine il link al testo “L’amore come risposta alla crisi”.
Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it