PARTENZA PER L’AFRICA
PARTENZA PER L’AFRICA
Il “mercoledì delle ceneri” della Repubblica, scrive il missionario da Niamey. Trentacinque le missioni militari italiane. Quella in Niger contribuirà a incentivare il terrorismo di Stato nel Paese di sabbia attraversato dai migranti
Mauro Armanino
Cadrebbe tra un mese il mercoledì delle ceneri, giorno di digiuno e di penitenza. Ma per la Repubblica Italiana questo mercoledì è già arrivato, il 17 gennaio, quando, a Camere già sciolte, la Camera ha approvato il nuovo decreto sulle missioni militari all’estero. Due in più rispetto alle 33 già in atto in tre continenti. Niger e Tunisia sono le “novità” di rilievo. E, a essere onesti, proprio di ceneri si tratta. Ceneri di una democrazia ostaggio dell’opzione militarista. Ceneri accumulate da missioni militari finanziate per mantenere il Paese nel cerchio ristretto dei sei o sette Grandi che arredano la divisione del mondo.
È il mercoledì delle ceneri della Costituzione per la quale molti hanno dato la vita e dalla quale tanti altri hanno tratto motivo di ispirazione e di azione politica. Siamo un Paese arreso e persino venduto alla politica cosiddetta “realista”, al commercio di vite umane barattate in cambio di accordi e commesse industriali.
È tutto falso quanto ci viene detto, perché c’è solo una parte di verità. Provate a mettervi fuori delle coalizioni che riportano la pace attraverso la guerra senza fine: sarete esclusi dall’industrialmente corretto. Dagli anni del primo Iraq, alla Serbia, al Kosovo, all’Afghanistan, al Libano al confine con Israele, finalmente l’atteso Sahel garantirà guerre senza fine sulle rotte degli interessi strategici delle Potenze occidentali e asiatiche. Prendiamo il Niger, tra i Paesi più poveri del pianeta secondo il Rapporto sullo sviluppo umano. Paese di sabbia e di vento, commerciale per via dell’uranio, il petrolio e altre possibili risorse. Le italiche autorità politiche, ripetono che la prevista nostra presenza militare risponde a una domanda del governo di Niamey. Parlate con la gente del popolo, e ve lo dirà. La legittimità dell’attuale governo è perlomeno dubbia. Una quarantina di ministri messi assieme come premio di consolazione dopo le ultime elezioni presidenziali evasive. E milioni iniettati per foraggiare un regime la cui accondiscendenza geografica è senza limiti, come la corruzione nei vari ministeri. Provate a domandare alle gente cosa pensa dei droni armati che prima o poi mancheranno di bersaglio, e chiedete se si può davvero parlare di “controllo” dei movimenti terroristi. Il nostro Paese di cenere, con questa missione militare, contribuisce al terrorismo di Stato nel paese di sabbia.
È una cenere che tutto avvolgerà. Le aule della votazione, gli occhi del partito di governo e quelli di un’inesistente opposizione, le mani che si alzeranno e gli spettatori del naufragio. A Giuda i trenta denari erano serviti almeno a comprare il “Campo del Vasaio”, per seppellirvi i morti senza patria. Ora ci viene lasciata solo cenere in eredità. Per tutti noi concittadini, per gli uomini e le donne che camminano nel deserto, per i missionari come me, per un Papa lasciato troppo solo a parlare di pace. E infine per quel mondo falsamente umanitario che si frega le mani perché ci sarà pane (cosparso di cenere) assicurato per molti anni a venire.
Niamey, gennaio 2018
Mauro Armanino