Morte di un giurista amico

STEFANO RODOTÀ UN UOMO DI FEDE

25 Giugno 2017 / Editore / Dicono i Fatti / 0 Comment

La notizia della sua morte, a 84 anni, il 23 giugno, è arrivata improvvisa non per caso, ma perché la sua presenza saggia e sobria nel discorso civile (resistente a tante inciviltà) del nostro paese è stata da tanti anni immancabile, costante, pacata, essenziale. Una voce nettamente laica, eppure, a differenza di altri laicismi conclamati, sentita non lontana e non avversa da noi, che speriamo di essere cristiani modestamente attenti a tutti i valori umani. Speriamo di essere e agire così perché credenti, cioè desiderosi di dare ascolto e fiducia ad un Dio sempre e comunque amico dell’umanità, quel Padre che nessuno ha mai visto ma che Gesù di Nazareth ci ha mostrato e spiegato come amore animatore di vita (Giovanni 1,18).  La laicità umanistica di Rodotà, come quella di Bobbio, non ci appare riduttiva e contraria alla immensa speranza cristiana. Questa sente la storia umana non solitaria e abbandonata, non in balia della forza, ma chiamata e intimamente accompagnata ad un compimento di pienezza e bellezza, di vita. L’umanesimo laico sente e difende, nel tempo concreto, il valore dell’umano nelle sue molte dimensioni e dinamiche, senza pretesa di formularne il più profondo mistero, ma lottando nella storia per affermarne il valore, che sono i diritti di libertà e giustizia e i doveri di rispetto e solidarietà. Noi, abbiamo sempre sentito che c’è un cammino parallelo e amico, spesso tacito, ma non polemico, non alternativo, semmai collaborativo, tra le due prospettive sulla nostra fragile e grande esistenza storica umana.

 Enrico Peyretti

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