SE DIO NON È TEISTA
“Il SALMO 29 (28): Un inno all’onnipotenza di dio
(Salmo Di Davide)
1 Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
2 Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
3 La voce del Signore è sopra le acque,
tuona il Dio della gloria,
il Signore sulle grandi acque.
4 La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.
5 La voce del Signore schianta i cedri,
schianta il Signore i cedri del Libano.
6 Fa balzare come un vitello il Libano,
e il monte Sirion come un giovane bufalo.
7 La voce del Signore saetta fiamme di fuoco,
8 la voce del Signore scuote il deserto,
scuote il Signore il deserto di Kades.
9 La voce del Signore provoca le doglie alle cerve
e affretta il parto delle capre.
Nel suo tempio tutti dicono: “Gloria!”.
10 Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.
11 Il Signore darà potenza al suo popolo,
il Signore benedirà il suo popolo con la pace”.
Questo salmo è forse il più antico. Riprende immagini e linguaggio di canti paralleli di Canaan: Dio è potenza e gloria, la sua voce rovescia le acque, schianta i cedri, attizza il fuoco, fa tremare la steppa, persino fa contorcere le cerve nel parto, però – ecco il nuovo intendere della fede di Israele – siede al di sopra di tutti questi fenomeni, in cui non si scarica, e la sua vera maggiore potenza è dare forza al suo popolo amato, è benedirlo nella pace. Cioè, Dio non è una forza cosmica che si identifica col mondo e le sue potenze: oggi ci sono teologi del post-teismo che, per liberare Dio da immagini mitiche come quelle, proiezioni della nostra volontà di potenza, lo riducono ad energia, senza le qualità di persona cosciente e amante. Dio invece è spirito vivo, è un cuore e una volontà di amore per il popolo che ha scelto perché racconti agli altri questa nuova conoscenza di Dio. Infatti, il profeta Elia, uno per tutti, imparerà e proclamerà che Dio non è nel terremoto, non è nel fuoco, ma nel “mormorio di un vento leggero” [altre traduzioni dicono: “in una voce di silenzio sottile”]. È nel silenzio, nella solitudine, nella persecuzione. Il profeta Elia è trasformato, convertito, da guerriero a pacificato. Ora potrà parlare di Dio, sottovoce, non invocando il fuoco dal cielo, che profana il mistero di Dio. Nel passo di 1 Re 19, Elia cambia il modo di pensare Dio.
“1 Re
19 1 Acab riferì a Gezabele tutto quello che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. 2Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: “Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest’ora non avrò reso la tua vita come la vita di uno di loro”. 3Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Betsabea di Giuda. Lasciò là il suo servo. 4Egli s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri”. 5Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: “Àlzati, mangia!”. 6Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. 7Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: “Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino”. 8Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.
9Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: “Che cosa fai qui, Elia?”. 10Egli rispose: “Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita”. 11Gli disse: “Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore”. Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 12Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. 13Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: “Che cosa fai qui, Elia?”. 14Egli rispose: “Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita”.
15 Il Signore gli disse: “Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. 16Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. 17Se uno scamperà alla spada di Cazaèl, lo farà morire Ieu; se uno scamperà alla spada di Ieu, lo farà morire Eliseo. 18Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal e tutte le bocche che non l’hanno baciato”.
19 Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. 20Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: “Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò”. Elia disse: “Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te”. 21Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio”.
C’è una religione che vede Dio nella potenza. Gesù invece indica la sua venuta, il suo regno, nel piccolo seme, nel lievito, nel silenzio vivo del cuore.
Enrico Peyretti