SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE
Fermare l’assedio e la violenza nei confronti dei palestinesi a Gaza. L’Europa in pericolo per l’aggravarsi del conflitto in Medio Oriente. Fermare il meccanismo della “guerra che chiama guerra”
Pubblichiamo un ordine del giorno approvato all’unanimità il 17 maggio dal Consiglio Comunale di Modena in merito alla repressione che ha provocato 52 morti e oltre 2000 feriti il 14 maggio nella Striscia di Gaza
Considerato che
• i settant’anni della fondazione dello Stato d’Israele nel maggio del 1948 sono anche i settant’anni della Nakba, la «Catastrofe» del popolo palestinese, che ha visto la cacciata di oltre settecentomila palestinesi dai territori della Palestina storica, che li ha trasformati nel popolo profugo dei campi del Medioriente e della diaspora palestinese nel resto del mondo;
• la condizione di vita del popolo palestinese, con il muro di separazione che sottare illegalmente terre ai territori palestinesi ben al di là delle linee dell’armistizio del ’48 e del ‘67 e taglia in due famiglie e comunità; con posti di blocco ovunque; con lo sradicamento di colture agricole e con il sequestro delle fonti d’acqua e il controllo totale dell’energia elettrica da parte di Israele, che ne permette l’erogazione per poche ore al giorno; con le uccisioni mirate e la detenzione amministrativa praticamente incontrollata da parte dell’autorità militare; con una miriade di insediamenti colonici ebraici che violano apertamente la legalità internazionale, e che mirano a cancellare la continuità territoriale del futuro Stato di Palestina;
• in questa ricorrenza già carica di opposti, stridenti, finora inconciliabili, sentimenti nazionali il presidente degli USA Donald Trump ha deciso di trasferire l’ambasciata statunitense a Gerusalemme dimostrando, con questo gesto non dettato da nessuna urgenza né da alcuna necessità indotta da mutamenti dello status quo, una insensibilità politica e morale che ha visto l’opposizione dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) e di tutto il mondo arabo, e di gran parte della comunità̀ internazionale;
• la protesta del popolo palestinese, già pianificata, ma che questo gesto insensato ha contribuito ad esacerbare, ha portato decine di migliaia di palestinesi a dimostrare invocando il diritto al ritorno dei profughi palestinesi nelle aree dalle quali furono espulsi con la forza nel ’48;
• la testimonianza diretta di Piotr Smolar, del quotidiano francese “Le Monde”, tra i pochi giornalisti presenti nella Striscia di Gaza il 30 marzo, riportata da Giovanni De Mauro, direttore del settimanale “Internazionale” secondo cui “Era surreale trovarsi in mezzo ai manifestanti palestinesi, uomini, donne e bambini che mangiavano gelati, chiacchieravano o raccoglievano fagioli nei campi mentre un messaggio dell’esercito israeliano parlava di ‘17.000 rivoltosi palestinesi’ quando soldati e cecchini israeliani – così prosegue – hanno sparato sulla folla, uccidendo diciassette palestinesi e ferendone centinaia. Tranne qualche isolato lancio di pietre, alcuni copertoni bruciati e due uomini armati (subito uccisi), i trentamila palestinesi hanno manifestato in modo pacifico senza rappresentare mai un pericolo immediato per i soldati di guardia alla barriera tra la Striscia e Israele, uno dei confini più̀ militarizzati del mondo;
• dal 30 marzo, giorno di inizio della protesta, al 15 maggio sono stati uccisi dai cecchini dell’esercito israeliano più di cento palestinesi, oltre sessanta nel solo giorno del 14 maggio, molti dei quali minori, nessuno dei quali risulta aver mai messo la vita dei soldati israeliani in immediato pericolo di vita, e le migliaia di feriti la maggior parte dei quali in gravi condizioni e in pericolo di vita e molti dei quali soggetti ad amputazioni degli arti, secondo le notizie provenienti dagli ospedali di Gaza
• anche l’Unione Europea ha espresso il proprio netto dissenso nei confronti della scelta statunitense, e forte rammarico per la strage di civili palestinesi, con le dichiarazioni dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, che ha dichiarato: “Decine di palestinesi, tra i quali bambini, sono stati uccisi e centinaia feriti dal fuoco israeliano oggi, durante proteste di massa vicino alla barriera di Gaza”, aggiungendo: “Ci aspettiamo che tutti agiscano con il massimo autocontrollo per evitare ulteriori perdite di vite”;
• Amnesty International, ha affermato che: “si tratta di un altro orribile esempio dell’uso sproporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano, con munizioni vere in un modo totalmente deplorevole. Questa è una violazione degli standard internazionali con la commissione, in alcuni casi, di ciò che sembrano essere omicidi volontari e che costituiscono crimini di guerra”;
• anche Fatou Bensouda, Procuratore capo della Corte Penale Internazionale, ha dichiarato che “è con grave preoccupazione che noto la violenza e il deteriorarsi della situazione nella striscia di Gaza e che […] la violenza contro i civili – che è quella che prevale a Gaza – può configurarsi come crimine secondo lo Statuto della Corte Penale Internazionale, così come l’uso di civili con il proposito farsene scudo di attività militari, e che il mio Ufficio continuerà ad osservare strettamente e annoterà ogni incitamento o uso illegale della forza”
• proprio ieri Papa Francesco ha espresso grande dolore per i morti e i feriti e ha messo in guardia sul pericolo che si inneschi lo storicamente, sperimentato e sciagurato, meccanismo della “guerra che chiama guerra”
Il Consiglio comunale di Modena
1. esprime solidarietà al popolo palestinese e cordoglio alle famiglie di tutti i civili palestinesi uccisi e feriti
2. chiede
a. alla Comunità Internazionale e segnatamente a tutti gli Enti sovranazionali, a partire dall’ONU, di compiere ogni azione possibile per fermare l’assedio e la violenza nei confronti del popolo palestinese della Striscia di Gaza
b. alla Unione Europea di essere più determinata e netta nella condanna del massacro di queste ore e di difendere gli interessi europei e dei Paesi Mediterranei dai possibili effetti, dal terrorismo alle migrazioni, di una ulteriore radicalizzazione dello scontro tra Israele e Paesi arabi e musulmani
si augura venga al più presto instaurata la legalità internazionale, a partire dallo stop a nuovi insediamenti e ripristinando condizioni dignitose e umane nella Striscia di Gaza, riprendendo il percorso, che alcuni anni fa, vide i popoli israeliano e palestinese ricercare soluzioni di convivenza all’insegna della sicurezza e della pace.
Chiede che il presente OdG sia inviato per conoscenza al Ministero degli Affari Esteri, all’Ambasciata di Palestina e all’Ambasciata di Israele a Roma.
(OdG presentato da Domenico Campana e Paolo Trande)