L’ESCLUSIONE DELLO STRANIERO DIVENTA ESCLUSIONE TRA I CITTADINI
L’ESCLUSIONE DELLO STRANIERO DIVENTA ESCLUSIONE TRA I CITTADINI
Un’Europa sazia, impaurita e priva di speranza. La dignità della persona è garanzia per un autentico bene comune. Nessuno venga emarginato: lì c’è un altro me stesso
I rappresentanti dei laici, dei religiosi e dei sacerdoti dell’Arcidiocesi di Pisa, riuniti nel Consiglio
Pastorale diocesano il 14 dicembre 2018, sotto la presidenza dell’Arcivescovo, dopo approfondita
riflessione su alcune vicende che riguardano la vita delle nostre comunità, ritengono necessario
esprimere la propria preoccupazione circa un clima di crescente disagio e smarrimento per l’acuirsi
di toni e atteggiamenti discriminatori e intolleranti nelle relazioni interpersonali e sociali.
Non si può non essere preoccupati per l’esaltazione di un individualismo egoista che esclude ed
emargina ogni diversità e che attraverso slogan urlati e ripetuti con esasperante monotonia crea
esclusione invece di cercare strade condivise per costruire una società armonica ed inclusiva per
tutti.
L’esclusione dello straniero – che sembra diventare la preoccupazione primaria di un’Europa sazia,
impaurita e priva di speranza – sta invadendo anche la nostra società italiana e la prassi delle
scelte politiche nazionali e locali. L’attenzione dell’opinione pubblica è così distolta dalle vere
cause dei problemi economici e sociali attuali ed è portata a identificare nello straniero un capro
espiatorio.
Ogni forma di esclusione è sempre una pianta infestante che non risparmia alcun ambiente di vita,
anche quando la si semini e la si utilizzi sia pure per contesti delimitati: ogni veleno è sempre
dannoso per tutti. Un’aria inquinata e irrespirabile non è deleteria solo per qualcuno, bensì lo è
per tutti indistintamente.
Gli esempi non mancano: l’esclusione dei profughi a prescindere, non può che diventare anche
esclusione tra connazionali; così come voler impedire a qualcuno di esercitare il culto legato alla
propria fede, non è che l’inizio di una forma diffusa di intolleranza religiosa. E a questo proposito
la storia ci insegna molte cose.
La dignità della persona non è mai una qualità che qualcuno, benignamente, concede a qualcun
altro; bensì è ricchezza nativa e inalienabile di ciascuno ed è garanzia indispensabile per un
autentico bene comune. Il negare la dignità umana a qualcuno è sempre l’inizio di una catena di
sopraffazioni che minano alle fondamenta ogni vera democrazia e una serena convivenza sociale.
Il Consiglio Pastorale, con l’Arcivescovo, chiede alla comunità ecclesiale diocesana di essere
vigilante e operante nella salvaguardia del valore di ogni persona umana, chiunque essa sia; di
adoperarsi in tutti i modi per assicurare a ciascuno spazi di relazioni costruttive, di accoglienza
generosa e di sostegno fattivo perché nessuno venga emarginato, sempre ricordando che il
Signore Gesù è presente in ogni “piccolo” affamato, assetato, straniero, malato, carcerato, nudo e
povero, qualunque sia il genere di povertà che lo rende più fragile e che tutto ciò che facciamo ad
uno di questi piccoli, lo facciamo a Lui.
Nello stesso tempo, il Consiglio Pastorale della Diocesi di Pisa, desidera ricordare a tutti i cittadini
della nostra Italia, credenti o non credenti, che la Costituzione repubblicana è il fondamento della
nostra convivenza civile libera e responsabile e che disattendendola, non solo si offende la
memoria di chi ha fatto dell’Italia una nazione libera e democratica, bensì si rischia pesantemente
di renderne impossibile un futuro armonico e positivo.
L’augurio è che in ogni persona ciascuno riconosca sempre un altro se stesso, nella condivisione
della stessa identica dignità umana e, chi è davvero cristiano, riconosca nell’altro, in ogni altro, un
fratello da amare in Cristo Gesù.
Pisa, 3 gennaio 2019
A nome del Consiglio Pastorale Diocesano
Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo